Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto LV
Questo testo è incompleto. |
Sonetto LV
◄ | Sonetto LIV | Sonetto LVI | ► |
SONETTO LV.
I
Begli occhi ond’i’ fui percosso in guisa, Ch’e medesmi porian saldar la piaga;
E non già vertù d’erbe, o d’arte maga,
4O di pietra dal mar nostro divisa;
M’hanno la via sì d’altro amor precisa,
Ch’un sol dolce penser l’anima appaga:
E se la lingua di seguirlo è vaga;
8La scorta può, non ella, esser derisa.
Questi son que’ begli occhi che l’imprese
Del mio Signor vittoriose fanno
11In ogni parte, e più sovra ’l mio fianco:
Questi son que’ begli occhi che mi stanno
Sempre nel cor colle faville accese,
14Per ch’io di lor parlando non mi stanco.