Vai al contenuto

Le variazzion de tempi

Da Wikisource.
Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura Le variazzion de tempi Intestazione 6 novembre 2024 100% Da definire

Er ginocchiatterra Er padre suprïore
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

[p. 172 modifica]

LE VARIAZZION DE TEMPI.

     Ohé Ggiachimantonio!1 oh scicoriaro!2
Come te tratta marzo?... Nu’ lo senti
Si cche rrazza de buggera de venti?
Sémo tornati ar mese de ggennaro.

     Come potémo3 poi èsse4 contenti?
Stam’5 alegri, ch’è ppropio un gusto raro!
Un giorno bbulli6 che ppari un callaro:7
L’antro8 ggiorno che vviè sbatti li denti.

     Ha rraggione er Ziggnore ch’è ppeccato
De dì a llui, ch’è er padrone, bbuggiarallo;
Ché ssi nno9 ggià cce l’averìa10 mannato.11

     Quanno er monno voleva frabbicallo,12
Nun era mejjo avéllo13 frabbricato
Da fàcce14 o ssempre freddo o ssempre callo?15

14 marzo 1834.

Note

  1. [Giacomo-Antonio.]
  2. [Cicoriaro: venditor di cicoria. Ma qui forse è detto per ischerzo, nel senso di “stizzoso, permaloso,„ come nel sonetto: Girolimo ecc., 1 ott. 31.Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte]
  3. Possiamo.
  4. Essere.
  5. Stiamo.
  6. Bolli.
  7. Caldaio.
  8. Altro.
  9. Chè altrimenti.
  10. Avrei.
  11. Mandato [a farsi ecc.].
  12. Fabbricarlo.
  13. Averlo.
  14. [In modo da] farci. [Cioè: “che ci facesse.„]
  15. Caldo.