Lettere (Andreini)/Lettera XXV

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XXV. Della forza d’Amore.

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XXV. Della forza d’Amore.
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Della forza d’Amore.


L’
Obligo, ch’io tengo ad Amore, per havermi acceso di così nobil fiamma, e per havermi fatto servo di così rara bellezza, com’è la vostra (gentilisima Signora mia) è incredibile, non meno che sia indicibile il suo valore, il qual è così grande, ch’è solo a se medesimo eguale. Amore è non meno potente, che savio, e non men savio che buono, & è veramente il primo frà gl’Iddij, i quali conoscono, e confessano anch’essi la sua invincibil possanza: possanza, che in Cielo, in Terra, nel Mare, e nell’Inferno è più d’ogn’altra temuta: Ma s’Amore è possente, non meno è possente la vostra bellezza, poich’ella non men d’Amore in ogni parte comanda, anzi che la vostra bellezza è quella che sola può superar Amore, poich’egli nasce dalla bellezza, & egli stesso non è altro, che un desiderio di bello. O me felice dunque, poiche da due cagioni così belle, e così potenti l’amoroso mio stato deriva, e molto più felice posso chiamarmi, essendomi dato dal Cielo in sorte di conoscer la mia felicità. Conosco, che la bellezza vostra, & Amore m’hanno di più, ch’io non merito fatto dono, e conosco similmente, che sol Amor, e Bellezza mantengono, con letitia tutte

[p. 22v modifica]le cose create. Solo per Amore verdeggiano i boschi, e di fiori si smaltano i prati, ne i quali vediamo con grandissimo nostro diletto scuoprirsi la bellezza. Amor trasse dalle Selve quella prima gente roza, e ’ncolta, c’haveva con le fiere commune il cibo, e la bevanda, vivendo senz’ordine, e senza legge, e le diede le bellissime Città, per habitationi, insegnandole il modo di ben vivere. Amore al mondo ha insegnato d’accordar il grave con l’acuto, e d’immitar con le voci, e con gli stromenti l’armonia de’ Cieli, per lui nate sono, e son tenute in pregio le scienze tutte, particolarmente la Poesia, e che ciò sia vero vedesi per isperienza, che ’l vero Poeta è sempre innamorato. Quanto ha fatto Amore l’ha fatto in virtù della bellezza, che sola sopra lui impera, come imperate voi ritratto vero della bellezza. Hor chi sarà colui d’animo tanto villano, che non v’ami, & ammiri? perche dovunque andate con l’amorosa vista infiammate dolcemente, e rendete fortunate tutte le cose, e quando movete il passo, le gratie vi son sempre innanzi: ma che tratt’io della virtù, e della forza d’Amore? à che ragiono dell’immenso poter della bellezza? poiche ogn’uno per se stesso conosce, e sà, che Amore, e bellezza uniti insieme dilettano i buoni, contentano i savi, vincono i forti, domano i superbi, e comandano finalmente a tutte le cose create, oltre che poi non son degno di metter nè la lingua, nè la penna in suggetti tant’alti. Tacerò dunque pregando sol’Amore, che con la sua divina fiamma purghi di maniera il cuor mio, che [p. 23r modifica]egli sia meritevole un giorno di serbar quasi in pretiosissimo vaso la vostra inestimabile bellezza.