Li peccati mortali
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831
LI PECCATI MORTALI.
Er Padre Patta1, indóve ce va a scola
Er fio de quer che ffa la regolizzia,2
Ha ddetto c’ortre ar peccato de sola3
4sette so’ li peccati de malizzia.
Èccheli cquì pparola pe’ pparola:
Primo superbia, siconno avarizzia,
Terz’usura, quart’ira, quinto gola,
8sesto indivia, ë ssettimo pigrizzia.
Cuanno Iddio creò ssette sagramenti,
Er demonio creò ssette peccati,
11pe ffà cche ffussi contrasto de venti.
E cquanno che da Ddio furno creati
Ar monno confessori e ppenitenti,
14er diavolo creò mmonich’e ffrati.
12 dicembre 1831.
Note
- ↑ [Soprannome beffardo, desunto da un confessore, vero o immaginario, così chiamato, e famosissimo tra ’l nostro popolo, per uno sconcio tratto di spirito, nel quale ha una certa parte la patta, ossia la "brachetta.„ V. la nota 1 del sonetto: L’ommini ecc., 19 genn. 82.]
- ↑ Liquerizia. [Anche in Toscana, mentre dalle persone civili è chiamata liquirizia, volgarmente si chiama invece regolizia, come se derivasse dal verbo regolare.]
- ↑ L’urtarsi ne’ piedi che fanno gli amanti per occulti segnali.