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Li penzieri dell'omo

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Giuseppe Gioachino Belli

1838 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura Li penzieri dell'omo Intestazione 10 luglio 2024 100% Da definire

Li rivortosi A la sora Teta Zzampi
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838

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LI PENZIERI DELL’OMO.

     Er chirichetto, appena attunzurato,1
Penza a ordinasse2 prete, si3 ha ccervello:
Er prete penza a ddiventà pprelato;
E ’r prelato, se sa,4 ppenza ar cappello.

     Er cardinale, si ttu vvòi sapello,5
Penza ’ggnisempre d’arivà ar papato;
E ddar zu’ canto er Papa, poverello!,
Penza a ggode la pacchia6 ch’ha ttrovato.

     Su l’esempio de quelle perzoncine
’Ggni7 dottore, o impiegato, o mmilitare
Penza a le su’ mesate e a le propine.8

     Chi ppianta l’àrbero, penza a li frutti.9
Cqua inzomma, pe’ rristrìggneve10 l’affare,
Oggnuno penza a ssé, Ddio penza a ttutti.

2 settembre 1838.

Note

  1. Tonsurato.
  2. Ordinarsi.
  3. Se.
  4. Si sa.
  5. Se tu vuoi saperlo.
  6. Il buon vivere.
  7. Ogni.
  8. [Variante popolare: Su l’esempio de st’ottime perzone, ’Ggni giudisce, o impiegato, o militare Penza a le su’ mesate e a la penzione.]
  9. [È un proverbio; e piuttosto che alterarlo, l’autore ha preferito di farne un brutto verso.]
  10. Per ristringervi.