Li rinegati

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Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Li rinegati Intestazione 18 gennaio 2024 75% Da definire

L'anime Li monni
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LI RINEGATI.

     Ècchene1 un antra2 che cciò3 ttanto riso.
Tre o cquattro feste fa, ppadre Avaristo,
Drento a li Scento-preti4 a Pponte Sisto,
Ce diede in de la predica st’avviso:

     Ch’oggni (ve porto er zu’ parlà pprisciso),
Ch’oggni cristiano ch’arinega Cristo,
Fussi anche er Papa, nun farà l’acquisto
De la grolia der Zanto Paradiso.

     Du’ sbajji. Er primo, ch’un Papa a l’entrata
Potessi èsse5 cacciato da San Pietro,
Che nun farìa6 st’azzione a un cammerata.

     L’antro sbajjo è, cch’er zor Chiavone-ggiallo7
Puro8 un de noi sciarimannàssi9 addietro,
Doppo quer fatto de la serva e ’r gallo.

9 dicembre 1834.

Note

  1. Eccone.
  2. Un’altra.
  3. Ci ho.
  4. L’ospizio de’ Cento-preti.
  5. Potesse essere.
  6. Non farebbe.
  7. [Perchè san Pietro si rappresenta con in mani chiavoni d’oro del Paradiso.]
  8. Pure.
  9. Ci rimandasse.