Lo cunto de li cunti/Lo Cunto de li Cunti/Tavola di Riscontri

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Tavola di Riscontri, dei cunti delle Gg. 1 e 2

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Tavola di Riscontri, dei cunti delle Gg. 1 e 2
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TAVOLA DI RISCONTRI

Dei Cunti Delle Gg. I. e II.1





INTROD. — Il principio è comune a moltissime fiabe popolari (figlie di re, o fate, che non ridono, vedine anche in G. I, 3, 10, III, 5, ecc.). Per l’avventura della vecchierella, cfr. spec. Pitrè, Fiabe sic., XIII, LXVI, e Imbriani, Novell., XXIV, Le tre melarance, ecc., con relativi riscontri. Anche comunissimo il particolare dei tre oggetti dati dalle fate per attirare l’attenzione del perduto amante (cfr. V, 3; Imbriani, Novell., XII, Il Re Porco, e la fiaba milanese, El Corbatin, pp. 176 sgg., ecc. ecc.). Ma, veramente, i tre oggetti nelle fiabe popol. (come in V, 3), servono tutti e tre, progressivamente, a raggiunger lo scopo; nella narrazione del Basile, restano inutili e senza scopo, e solo il terzo serve, sforzatamente, per dar occasione alla narrazione dei Cunti. Per l’intervento della schiava, cfr. anche V, 9.


I, 1. — Cfr. Pitrè, Nov. tosc., G. I, n. XXIX, La fava, e le altre versioni, che indica, toscane, piemontesi, siciliane, veneziane, tirolesi. Riscontri più lontani in Imbriani, Novell., n. XXVII, Il figliuolo
[p. 286 modifica]del pecoraio; e XII Conti, III, ’E corna. Cfr. anche De Gubernatis, Flor. VII, La Novellina di Piccolino. Cfr. Grimm, n. 36, Tischchen deck dich.

I, 2. — È la Mela (Pitrè, Nov. tosc., VI) e la Rosamarina (Pitrè, Fiabe sic., XXXVII): nella prima delle quali la parte nemica è rappresentata dalle soru del Re, e nella seconda dalla matrigna: le femmene de mala vita della versione del Basile non mi sembrano un particolare d’indole popolare. Cfr. Grimm, n, 76, Die Nelke.

I, 3. — Cfr. Straparola, Piacevoli notti, III, 1; e i riscontri che raccoglie il Rua (in Giorn. Stor. lett. ital., XVI, pp. 229-30). Ai quali si aggiungano quelli del Pitrè, Nov. tosc., XXX, La favola del Falchetto; e Fiabe sic., CLXXXVIII, Lu loccu di li passuli e ficu. Per l’elaborazione letteraria del Wieland, v. Introd., pp. CXLV-IX.

I, 4. — Cfr. Morlini, Novellae, fabulae, comoedia (Par., 1855, n. XLIX); e anche il Bertoldino di Giulio Cesare Croce (v. O. Guerrini, La vita e le opere di G. C. C., Bol., 1879, p. 201. Delle versioni viventi, Pitrè, Fiabe sic., CXC, Giufà; e Nov. tosc., XXXII, Giucca. Una versione napoletana nel GBB., I, 2, U cunto ’e Peruozzolo. Cfr. Grimm, n. 59, Frieder und Catherlieschen.

I, 5. — Cfr. per la prima parte Lu latru, in Pitrè, Fiabe sic. agg., n. II: per la seconda, Fiabe sic., XXI, e Nov. tosc., X, Il Negromante; e i molti riscontri indicati in questi tre luoghi. V. anche V, 7. Cfr. Grimm, n. 71, Sechsc durch die Welt; Framm. II, Die Laus.

I, 6. — È la notissima fiaba della Cenerentola, per la quale v. Imbriani, Novell., XI, XXI; Pitrè, Fiabe sic., XLII, sgg., LVI, e De Gubernatis, Flor., I, La Novellina della Cenerentola. Pel particolare dell’arremoramento della nave, cfr. ’A fata Orlanna, conto napol., in Imbriani, Novell., pp. 333 sgg. V. anche G. II, 8. I versi, che dice Zezolla, si ritrovano nella versione raccolta dalla Pigorini Beri, nel contado di Camerino (in De Gubernatis, Flor., p. 36). Cfr. Grimm, n. 21, Aschenputtel. [p. 287 modifica]

I, 7. — Il principio, cioè la motivazione della partenza di Cienzo, sembra un’aggiunta del Basile. Per la lotta col dragone dalle sette teste, lo sposalizio colla principessa, e l’inganno del villano, cfr. Straparola, Piac. notti, X, 3 (Rua, l. c., pp. 269-70); e Imbriani, Novell., XXVIII, Il mago dalle sette teste. La seconda parte di questa versione fiorentina è alquanto diversa: il giovane (Cienzo), scambio di vedere, appena levato di letto, la bella incantatrice alla finestra, vede una selva, nella quale va a caccia, ed è trasmutato in una statua da una vecchierella maga. Il particolare dei capelli (Capille mici, legate a chisso!) ricomparisce in una versione milanese, presso lo stesso Imbriani (l. c., pp. 387-9). La chiusa si riscontra esattamente. V. anche Pitrè, Nov. tosc., I, II, III; e cfr. G. I, 9. Cfr. Grimm, n. 60, Die zwei Bruder.

I, 8. — Una variante di questa è in Comparetti, Novelline popolari italiane, Torino, Loescher, 1875; n. III, La Barbuta. In questa del N. è più spiccata l’intenzione morale. Cfr. Grimm, n. 3, Marienkind.

I, 9. — Un perfetto riscontro (anche nel nome) è Cannelora, in Comparetti, o. c., n. XLVI, fiaba raccolta in Basilicata da R. Bonari. Solo, dopo la partenza di Canneloro da casa, sono intercalate due avventure che ricordano invece il T. VII, G. I: la cerva è sostituita da una serpe dalle corna d’oro, e la principessa, sposa di Canneloro, è invece la fata da lui liberata (cfr. I, 7). Nel Mago dalle sette teste (Imbriani, Novell., XXVIII), tre fratelli simili nascono da una donna, una cavalla e una cagna, che avevano mangiato lo stesso pesce fatato: la mortella è surrogata da una boccetta piena d’acqua chiara; in luogo della cerva fatata, ch’è un orco, c’è nella selva una vecchierella maga. Per l’elaborazione letteraria del Lippi, v. Introd., Cfr. Grimm, n. 60, Die zwet Brüder.

I, 10. — Cfr. Pitrè, Fiabe sic. agg., VI, Donna Peppa e Donna Tura; dove si citano riscontri siciliani, veneziani, abbruzzesi e tirolesi. «Uh chi bella vo parere, pena vo patere!», dice la vecchia, nel cunto del Basile. E nella fiaba siciliana: «Cu’ bedda vo pariri, Duluri vo’ sintiri!». [p. 288 modifica]

II, 1. — Cfr. Pitrè, Fiabe sic., XX, La vecchia di l’ortu; Imbriani, Novell., XVI, La Prezzemolina, e la fiaba milanese, I trii naranz, e I tre tosann del Re (o. c., pp. 415-19); id., XII Conti, IV, Petrusinella; e tutti i riscontri ivi raccolti. Cfr. Grimm, n. 12, Rapunzel.

II, 2. — Un riscontro perfetto, nell'Angitia del Biondo (Roma, MDXL; intorno alla quale, v. Introd., p. CLIX. Versioni popolari in Pitrè, Fiabe sic., XXXVIII, Li palli magichi; riscontro più lontano, Fiabe sic. agg., VII, La bedda picciotta, e anche, spec. per la chiusa, Nov. tosc., IV, La Coscia di Monaca; v. anche Imbriani, Novell., la fiaba milanese, El Pegorèe (pp. 599 sgg.). Per la chiusa, cfr. anche II,5.

II, 3. — Cfr. Pritè, Fiabe sic, V, La Grasta di lu basilico; Nov. tosc., XIII, La Maestra; Imbriani, Novell., la fiaba milanese La stella Diana (pp. 42-7); id., XII Conti, II, Viola; Amalfi. ’O cunto d’’a bella Viola, in GBB., II, 12; Comparetti, o. c., XLVIII, Oh la Viola!

II, 4. — Cfr. Introd., pp. CLXXIII-V: Straparola, XI, 1 (Rua, l. c. (pp. 271-2); per le versioni popol., cfr. Pitrè, Nov. tosc., XII, La Golpe. Cfr. anche Das Märchen vom gestiefelten Kater in den Bearbeitungen von Straparola, Basile, Perrault, und Ludwig Tieck, mit Zwölf Radierungen von Otto Spechter, Leipzig, F. A. Brockhaus, 1844.

II, 5. — Cfr., pel principio, I, 2, e per la fine, II, 2; la fiaba del Re serpente, in Pitrè, Fiabe sic., LVI, Lu serpenti, con copiosi raffronti. Cfr. anche Rua, l. c., 224-5. Cfr. Grimm, n. 108, Hans Mein Iget.

II, 6. — K la fiaba di Peau d’àne. Cfr. Pitrè, Fiabe sic, XLIII, Pilusedda, con relativi riscontri; e Guarnerio, Nov. pop. sarde, I, Maria intaulata (in Arch. st. trad. pop., I, 21 sgg. Cfr. Grimm, n. 65, Alterlet-Rauh.

II, 7. — Pel principio, cfr. Ntroduzz., e Pitrè, Fiabe sic., XIII, Bianca-comu-nivi, ecc; e pel seguito, id. ivi, XVII, Marvizia. Per l’ultima parte, cfr. la fiaba toscana, Prezzemolina, in Imbriani, XII Conti, IV ter. Cfr. Grimm, n. 56, Der liebste Roland. [p. 289 modifica]

II, 8. — Il principio è una delle solite fatazioni; cfr. anche V, 5 e risc., per le fatazioni, R. Köhler, nella Posil., ed. Imbriani, pp. 167-8. Per una regina chiusa in una cassa di cristallo, cfr. la fiaba napol. ’O cunto d’a cascia ’e cristallo (in GBB. I, 6). Cfr. anche parzialmente V, 5. Cfr. Grimm, n. 53, Sneewitchen.

II, 9. — Appartiene al gruppo delle novelline di Psiche; la versione più prossima è quella napol.: ’O Cunto d’’a cappuccia (in GBB., I, 11), dove le parole del figlio del re sono: «Fa la nonna, figlio mio, Fa la nonna, gioja ’e papà; Ca si vava lu sapesse, Connola d’oro te vucarria. Fascia d’oro te nfasciarria, Ca si gallo nun cantasse, E si campana non zunasse, Tutta ’a notte starriaa accossì». E con questa napol., la sicil. in Pitrè, Fiabe sic., XXXII, Lu Re d’Animmulu (cfr. anche IV, 424-6), e la milan., L’Ombrion in Imbriani, Novell., pp. 327-31. cfr. anche Pitrè, o. c., XVIII, Lu Re d’Amuri, ecc., e Comparetti, o. c., XLVIII, Oh la Viola! Cfr. Grimm, n. 88, Löweneckerchen.

II, 10. — Facezia ancor viva; ma non saprei indicarne nessun riscontro in libri italiani. Cfr. Grimm, n. 61, Das Bürle, e riscontri relativi.


Fine Del Vol. I.

  1. Con Pitrè, Fiabe sic., s’intendono i 4 voll. (IV-VII) della Bibl. delle trad. pop. sic., int. Fiabe e novelle e racconti pop. sic; con Pitrè, Fiabe sic. agg., il v. XVIII della stessa Bibl., ch’è int.: Fiabe e leggende pop. sicil.; con Pitrè, Nov, tosc., le Novelle popol. tosc. (Fir., Barbera, 1885); con Imbriani, Novell. la Novellaja Fiorentina (2.a ed., Livorno, 1877); con Imbriani, XII Conti, i XII Conti Pomiglianesi (Nap., Detken, 1876); con De Gubernatis, Flor., il Florilegio delle novelline popol. (Mil., Hoepli, 1883). Con Grimm, si riferiscono i riscontri con le fiabe tedesche, già notati dai Grimm, nei Kinder und Hausmärchen (Göttingen, 1856, vol. III). Altre citazioni, via via.