Lo cunto de li cunti/Lo Cunto de li Cunti/Aggiunte e correzioni

Da Wikisource.
Aggiunte e correzioni

../Tavola di Riscontri ../Indice del Primo Volume IncludiIntestazione 9 gennaio 2016 100% Da definire

Lo Cunto de li Cunti - Tavola di Riscontri Lo Cunto de li Cunti - Indice del Primo Volume
[p. 291 modifica]

AGGIUNTE E CORREZIONI.

Testo.

Lasciando al lettore la facile correzione di qualche incertezza di punteggiatura, e tralasciando di notare qualche piccola difformità ortografica, o qualche scambio di forme, usate indifferentemente dal N. o dai suoi editori; il che non fa nessun danno nel generale ondeggiamento formale di questo testo; si correggano i seguenti errori, occorsi, come gli altri, nei soli primi fogli del testo:

p. II, 3: grade, scale — p. 12, 31 (e n. relat.): mmano, nmano — p. 25, 8: vi (erron. stamp. in corsivo) — p. 26, 1: mattuto, nmattuto — p. 29, 5: toccanno buono, toccanno buono de pede — p. 30, 7: sbozzo, sborzo — p. 30, 24: guordote, guàrdate — p. 34, 2: succedeno, succedono — p. 37, 2: la quale cosa, le quale cose — p. 39, 24: ereno (così erron. nell’EO), erano — p. 40, 22: ghire, ire — p. 43,6: cauze, cauce — p. 45, 15: chella bella, sta bella — p. 47, 20: nerina (così nell’EO, ma erron.), ncria — p. 51, 25: pacionelle, pacionielle — p. 53, 20-1: azzeccoliareno, azzeccoliarono — p. 56, 15: ghiste, iste — p. 57, 4: ngaudiare, ingaudiare — p. 62, 7: sporpogliaje, sparpogliaje — p. 69, 12: ingiallette, ngiallette — p. 72, 16 committato, commitato — p. 73, 18: terribile, terribele — p. 75, 8: vestita, vestite — p. 76, 2: sesto, siesto — p. 79, 28: receputo, recevuto — p. 89, 16: nguadiarete, ngaudiarete — p. 94, 27: nsì, cosa — p. 97, 2: cunto, caso — p, 97, 4; mcabria, mbriaca.


Note.


p. 15, n. 88, nella citaz., dov’è segnato F leggi 7. p. 19, n. 120, si aggiunga, a spiegazione della denominazione sfratta-panelle, ciò che dice il Gal. nel VN., alla parola settepanelle: «Fino a che la scoperta delle Indie non moltiplicasse i metalli [p. 292 modifica]preziosi tra noi, durò l’uso antico dei Romani di dare ai servitori, succeduti agli antichi servi, piccolo salario in danaro e somministrar loro insiememente il pane, e talvolta anche il vino e il companatico. Così ancora usasi nelle Provincie. Il pane faceasi una sola volta la settimana, cioè il Sabato. La mattina della Domenica consegnavansi sette pagnotte a ciascun servitore da dovergli bastare tutta la settimana».

p. 35, n. 15. Il Liebr. ricorda, a propos. del monaciello, il moine bouru dei Francesi, e il frayle degli Spagnuoli: e come il Delrio nelle sue Disqu. mag. parli del folletto Snebergius, nigro cucullo vestitus (Dunlop-Liebrecht, o. c., p. 515).

p. 49, n. 21, a proposito dei cavalli di Bisignano, aggiungi che il Tassoni nella Secchia (II, 31) ha: «Pallade, sdegnosetta e fiera in volto, Venia su una chinea di Bisignano»; ed annota: «Bisignano, ove nascono ottimi cavalli, e in gran credito sono quelli del Principe di Bisignano».

p. 59, Vardiello. Il Taylor deriva il nome Vardiello da bardus (latin.), stupido (Dunlop-Liebrecht, o. c., 515).

p. 64, n. 28. Varii luoghi presso Napoli si chiamavano a quel tempo Belvedere: tra gli altri, il Castello del Belvedere, nel gualdo Aversano, già dimora di caccia dei re angioini, che si trova segnato tra i luoghi notevoli dei contorni di Napoli nella carta del 1616, Campaniae felicis Typus, nell’opera del Barrionuevo (Panegyricus, Nap., MDCXVI).

p. 71, n. 28. A propos. di Benevento, aggiungi la citazione della G. IV, 8, dove sono queste parole: «La camara loro era fatto lo Beneviento de le nemiche soje».

p. 90, n. 13. Il Liebr. aggiunge una citazione dalla Tancia del Buonarroti (I, i): «Cecco, i’ mi muoio, e vonne a maravalle, I’ho ’l nodo al collo e ’l boia sulle spalle» (Dunlop-Liebrecht, o. c., 515).

p. 93 n. 42. Aggiungi che qui si allude a un giuoco, del quale discorre così il DA nel suo vocabolario: «Questo giuoco era tra due, ed importava partire la zeppola in due pezzi eguali, perchè dei due giuocatori, alternativamente, l’uno dava il colpo, e l’altro aveva il diritto di scegliere tra le due parti divise». [p. 293 modifica]

p. 97, l. 19. «Da l’osteria de l’Aurinale». Nella bellissima carta: Topografia dell’Agro Napoletano del Rizzi Zannoni, 1793, è segnata sulla via tra Mugnano e Piscinola una Taverna del Pisciatoro.

p. 127, n. 43. Sauta maruzza, e dà la mano a Cola, non è solo una frase proverbiale, ma è il principio di una canzone, per la quale v. Galiani, Del dial. napol., p. 118.

p. 171 sgg. Ai giuochi fanciulleschi, che ho accennati come menzionati nel tempo stesso dal Basile e dal Perillo, si aggiungano questi altri: A la rota de caucie, Ben venga lo mastro, A rentinola, A scarreca la botta, A sauta parma, A preta nzino, A Re mmazziere, A la gatta cecata, A la lampa a la lampa, A stienne mia cortina, A tafaro e tamburo, A travo luongo, Lo viecchio no è venuto, A li froggiudecate, A bienola vienola, Ad apere le porte che Farcone vo ntrare. I quali si trovano tutti nel luogo citato a p. 171, n. 4.

p. 237, n. 35, Si spieghi più chiaramente che la frase allude all’uso popolare del portar cucite negli abiti immagini di santi, cartellini d’orazioni, per devozione.

p, 278, n. 43. Si noti che po ca per poi che, usa il N. nelle MN., passim; onde, se la spiegazione da me data è giusta, la correzione in pocca è superflua.