Malìa/Atto primo
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ATTO PRIMO
Cortile davanti la casa di Massaro Paolo con portone in fondo, da cui si vede la via e le case dirimpetto. A destra dello spettatore, porta di entrata della casa di Massaro Paolo, con i battenti aperti. Allato, finestre ornate di vasi di garofano e di basilico. A sinistra, altra casa con ballatoio e finestre. Da questa casa e da quelle del fondo si vedono, di tanto in tanto, affacciare uomini e donne che attendono l'arrivo degli sposi. Jana, vestita a festa, con altre ragazze apparecchiano una tavola, a sinistra.
JANA
Affrettatevi. I fiori
Lì, in mezzo della tavola, (fra sè) (Mi sforzo
D'esser lieta e non posso!) Disponete
Le seggiole laggiù pei suonatori.
CORO DI RAGAZZE (cantarellando, mentre ravvia)
Catenella d'amore., io ti foggiai
D'oro e d'argento per legarmi a lei.
JANA
Qui bottiglie e bicchieri, (da sè) (In quest' istante
Sono a piè dell 1 altare !.... Oh, no, non debbo.
No, pensarci non vò ! ) (forte) Perchè si vieta
Accompagnar gli sposi a noi ragazze?
È un uso sciocco. Ora, di là, spiate
L'arrivo del corteo, (da sè) Mi sento affranta!
CORO (entrando in casa di Massaro Paolo, cantarellando)
È questo il dì che tanto desiai,
Ora son schiavo e tu padrona sei!
JANA (sola)
No? possibil non è, Vergine santa!
Oh, come mai?.... Bevevo
Lentamente l’incanto!
Di niente m’accorgevo!
Ei mi sedeva accanto....
Motteggiava.... ridevo!
E bevevo l’incanto!
Di niente m’accorgevo!
Ed oggi, d’un tratto, dagli occhi
La benda funesta mi cade!
Mi tremano sotto i ginocchi.
Mi fugge la vita dal cor!
Un senso d’orrore m’invade....
È opra d’inferno, Signor!
SCENA III
CORO di ragazze, tornando in fretta e detta. Poi Paolo, Nedda, contadini e contadine, invitati.
Gli sposi! Eccoli! Eccoli! Accorriamo.
Dalle finestre, uomini e donne buttano manate d’orzo addosso agli sposi che vengono dalla via, e cantano:
Felicità! Allegria!
Augurio fecondo
Quest’orzo per voi sia!
Bello e lieto vi paia
Sempre, com’oggi, il mondo!
Figli e vecchiezza gaia!
COLA (entrando e difendendosi dalle manate d'orzo)
Basta!.... Non m’accecate!
Sorella mia!
COLA (a Jana)
Ed a me niente? Rubo
Il vostro bacio a lei, cara cognata! (bacia Nedda)
(a Nino) I baci suoi tutti per te li serba,
Nino.
PAOLO
E fa bene, aggiungo io.
NINO (sotto voce)
Che avete,
Jana?
JANA (c. s.)
Stordita io son.
COLA
Su, su, bevete,
Su, su, gustate, amici, i dolci nostri
E la calìa che stimola la gola
E fa bere e riber!
(prende un dolce e lo spezza)
(a Nedda) Moglina mia,
Metà per uno. D’un bicchiere istesso
Noi due ci servirem (bevono) Bella Cognata,
Se non un bacio, almeno un’abbracciata!
JANA (schivandosi)
No, cognato, lasciatemi!
CORO
Che matto!
COLA
E tal vogl 1 io
Durare fino all’ultimo!
PAOLO
Senza offesa di Dio!
Bevete amici! Prediche
Oggi rì ho troppe udite. ...
Domani sarò savio
PAOLO
Tutti di là venite
Vedrete questo prodigo
Che regali ha profuso!
Collane, anelli, buccole,
Vesti! Io ne son confuso
Nino, un cattivo esempio
Così costui t 1 ha dato
Non P imitar.... Non odemi
COLA (a Nino)
Egli è troppo occupato!
Il mondo è una sala,
Chi entra, chi n’esce!
Quest’oggi la gala,
Vien fatta per me!
La folla si mesce........
La scena è mutata.....
(battendogli su la spalla)
Domani Arrivata
La gala è per te!
CORO
Che mattò! Che matto! ma buono di core!
E il riso non guasta, condisce V amore!
(escono)
SCENA IV
Nino e Jana
NINO
Sentite, Jana!
Vedervi cosi triste non vorrei,
La nostra gioia non sarà lontana,
Un anno, e spunterà quel lieto dì
Oh, non scotete la testa così!
Sentite, Nino!
Mi sta sul core una gramaglia fitta!
Quel giorno che a voi par così vicino,
Mi par che lungi, lungi, assai, fuggì....
Oh, non scotete la testa così!
NINO
Lungi fuggì?... Parlate!....
Non mi celate nulla!.....
JANA
Oh! Dio!... Non v’agitate!
Ragionavo da grulla.....
Quel che dica non so!
NINO
Un turbamento strano
Vi discolora il viso
Cerco quest’oggi invano
Sui labbri vostri un riso.....
Più non m’amate?....
JANA
Ah! No!
Non aggravate con folli sospetti
Quest’oppressura che tetra mi fa!
Se nei miei modi, quest’oggi e nei detti.
Nino, qualcosa stupirvi potrà,
Da me stornate gli sguardi e il pensiero,
L’insister vostro più angoscia mi dà!
Sono malata!... Pavento!.... Dispero!
Ho quì una rota che posa non ha!
NINO
Siete malata, lo veggo, lo sento
Nel vostro aspetto nel vostro parlar!
E più vi guardo più provo sgomento;
E se il mio sangue potesse bastar,
Pur di vedervi sorridere un poco,
Pur di vedere quest’occhi brillar,
A stilla a stilla parrebbemi un gioco
Per amor vostro poterlo versar!
(Ed io gli mento! E mentir non vorrei!
Ma non riesco la lingua a snodar!
E sensi e testa fra vincoli rei,
Come più lotto, più sento impigliar!)
Tacete!.... Essi ritornano!
SCENA V.
Cola, Paolo, Nedda e invitati.
COLA
Mirate
Quei colombi che tubano.
PAOLO
E il nido voi lasciate!
» Ah, se la santa che portolla in seno
» E del suo latte la nutri, qui fosse!
(A Cola accennando Nedda)
» Or questa è cosa tua! Falla felice!
» Sua madre di lassù vi benedice!
NEDDA
»Da vicino, da lontano,
» Sempre ugual per voi saremo.
COLA
» Con rispetto questa mano
» A baciar spesso verremo!
PAOLO
» A me basta che viviate
» Nella pace e nell’amor.
NINO (sotto voce)
» Jana, il pianto raffrenate!...
JANA (da sè)
» Sento, oh. Dio, scoppiarmi il cor!
COLA
» Musica, Mastro Nunzio!»
CORO
La Ruggiera!
La Ruggiera!
(I suonatori preludiano)
Voi qui, padre. (a Nedda) Tu quì.
Questo è il mio posto. Voi, cognata, lì!...
Ogni ricusa è vana:
Mi fareste un’offesa!
NEDDA
Così vuol l’uso, Jana!
COLA
(che ha rincorso Jana fra gl’invitati, la conduce al suo posto)
Eccola qui! L’ho presa!
(Balletto di poche battute, poi preludio del canto)
PAOLO
Nomine Patri, il timore di Dio!
Onora li parenti al par di lui.
Ama la donna tua, così vuol Dio!....
Parlo da vecchio.... Ora cantate vui!
(Balletto e preludio come sopra)
Cantiamo insieme.
COLA
Piantai un fiore nel mese d’aprile,
Nel maggio mi sboggiò rosso avvampante;
Quel fiore siete voi, donna gentile,
Fioriste nel mio cor, donna galante.
NEDDA
Albero siete fiorito d’amore,
In uccellino mi voglio mutare
E come nido appendervi il mio core,
E giorno e notte tra le fronde stare.
(Balletto e preludio come sopra)
NEDDA (a Jana)
Or tocca a te!
JANA (con voce incerta)
Vidi una stella correre pel cielo,
Chi sa..... Chi sa..... chi sa.....
(arrestandosi quasi in piante)
Non mi forzate.
Fate peggio. Vedete: ella è commossa.
Basta così!.. Basta così!
COLA
Cognata,
Un altro torto non mi fate; almeno
Un giretto di chiodo insiem con me,......
(accenna ai suonatori che eseguiscono)
Se mi volete bene, cognata!...
(Fanno pochi passi di ballo)
JANA (da sè arrestandosi)
Ahimè!
CORO
Che matto! che matto! ma buono di cuore!
E il riso non guasta, condisce l’amore!
Le donne prendono gli scialli e portano il suo alla sposa che si prepara a partire Jana e Nedda si abbracciano. Jana si asciuga gli occhi.
Grazie, amici!
COLA
Siam pronti!.... E tarda l’ora....
Il bicchier della staffa!... Un dolce ancora!
Le donne gettano di nuovo manate d’orzo addosso agli sposi, cantando:
Felicità! Allegria!
Augurio fecondo
Quest’orzo per voi sia
Bello e lieto vi paia
Sempre, com oggi, il mondo!
Figli e vecchiezza gaia!
SCENA VI.
(Tutti escono)
Si sentono da fuori l’ultime note del coro.
JANA
Pazza son io? — Opra d’inferno è questa!
(Si copre la faccia con le mani.)
CALA LA TEIA.