Meditazioni sulla economia politica con annotazioni/X

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De' Privilegi esclusivi

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IX XI
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§. X.

De’ Privilegj esclusivi.


U
N’altra conseguenza emana da questi principj, ed è che tutte le privative, e tutt’i privilegj esclusivi, sono diametralmente contrarj al bene d’uno Stato. Pare veramente a primo aspetto, che un introdutture d’una nuova arte possa meritare questo favore di vedere interdetto ad ogni altro l’entrare in concorrenza con lui, e dividerne l’utilità. Questo principio d’equità prevalse, e tuttavia prevale in molti Stati senza eccettuarne anche alcuni de’ più avveduti e sapienti; ma difficilmente mi si troverà una coltura, una fabbrica, un artifizio che siasi costantemente [p. 70 modifica]sostenuto, ed abbia ridotto il suo oggetto a perfezione, ottenuto che ebbe il privilegio esclusivo. Tolta all’artefice l’emulazione, assicurato ch’egli sia d’essere il solo venditore, gli manca lo stimolo per far bene; e come alcune famiglie per essere state troppo facoltose spensieratamente vanno in rovina; così il monopolista facilmente si conduce a deperire. O l’introduttore della nuova arte la possiede a un grado da non temere che alcun Cittadino lo sorpassi, ovvero non è giunto a questo segno: nel primo caso il privilegio esclusivo gli è quasi inutile, poichè porta il migliore di tutto, l’eccellenza: nel secondo caso poi sarebbe ingiustizia l’interdire l’esercizio dell’industria in quella parte ad ogni Cittadino in favore d’un mediocre manifatturiere, il quale altronde può essere con eguale attrattiva, e col mezzo più innocuo delle gratificazioni invitato a piantare la nuova introduzione; e così lasciar sempre aperta la strada, sicchè in ogni genere possa apparire il maggior numero de’ venditori che si può.

Da ciò ne viene pure in conseguenza, che certe manifatture, e fabbriche prepotenti, e che più signorilmente colpiscono, e stimolano l’attenzione del forestiere, [p. 71 modifica]sono per lo più o di pochissimo utile ad uno Stato, o di danno talora. Una fabbrica, che ci presenti gran pompa, porta seco il monopolio naturalmente, perchè non vi sarà chi ardisca entrare in concorrenza con lei. Cento telaj distribuiti sopra dieci fabbricatori saranno più utili di quello che forse non lo sieno dugento dipendenti da un fabbricatore solo, perchè i venditori si moltiplicano, la gara fa che si perfezionino, e riducasi il prezzo al grado più utile per la nazione, e il guadagno distribuito su più fabbricatori stimola sempre l’industria di ciascuno.

Dico dunque che il numero de’ venditori in ogni classe possibile bisogna lasciarlo moltiplicare naturalmente senza porvi alcun limite, acciocchè s’ottenga in ogni classe il minor prezzo possibile, il quale solo può accrescere l’annua riproduzione procurando lo sfogo della porzione eccedente, e questa teoria deve estendersi, come dissi, ad ogni classe possibile di venditori anche di quelle derrate che servono al puro interno consumo giornaliero, perchè il prezzo d’ogni mercanzia e d’ogni derrata deve necessariamente comprendere il prezzo di quanto ha consumato l’agricoltore, [p. 72 modifica]o il manifatturiere, conseguentemente l’abbondanza di ogni più minuto genere contribuisce come elemento nell’abbondanza d’ogni merce, a misura che ne è più popolare la consumazione.

Annotazioni.

Non sarebbe forse difficile il provare, che le gratificazioni accordate per l’introduzione di nuove manifatture sono più perniciose che gli stessi privilegj esclusivi, poichè o queste sono annuali, o consistono in anticipazioni di somme, ed in esenzioni, e privilegj, e bastano per escludere qualunque altro dalla concorrenza; o consistono in un premio accordato per una sola volta all’introduttore, e lo Stato non è sempre in istato di fornire le sommeFonte/commento: Pagina:Verri - Meditazioni sulla economia politica, 1771.pdf/273 necessarie, e l’esito fa vedere, che d’ordinario si disperdono senza frutto, e senza ottenere l’intento. Nel primo caso poi siccome gl’interessi delle somme anticipate, ed il prodotto delle esenzioniFonte/commento: Pagina:Verri - Meditazioni sulla economia politica, 1771.pdf/273 formano soli un oggetto di guadagno per il manifatturiere, così egli è naturale, che poco si curi poi di avanzare, e di perfezionare la sua manifattura, laddove egli è dell’interesse di quel che non ha per correspettivo, che la sola privativa di far valere e di estendere la propria a fronte delle manifatture forestiere, che in questo caso conviene di non escludere dalla concorrenza con aumenti di doppio, molto meno con [p. 73 modifica]proibizioni assolute, per compensare il difetto della concorrenza interna. Ma questi non sono oggetti, che si possano determinare con precisione con massime generali, dovendosi nell’applicazione aver riguardo alla qualità dell’Arte, e Manifattura, che si vuol introdurre, alla facilità d’introdurla, al dispendio, alla di lei importanza, relazioni, e segnatamente osservare non solo se questa sia già introdotta nello Stato, ma se possa in qualche maniera pregiudicare ad altre manifatture analoghe a quella, che si vuole stabilire. Convengo però, che il termine della privativa deve essere in ogni caso il più corto che sia possibile, e quando siensi accordate si debbono religiosamente mantenere, se non si voglia compromettere la pubblica fede, e disanimare per sempre l’industria da nuovi tentativi. Egli è difficile il determinare il correspettivo anche volendole sciogliere a termini di ragione, è talvolta molto incerto l’utile, che se ne può conseguire, e lascia sempre nel pubblico una spezie di diffidenza sempre fatale alla prosperità del Commercio, e delle manifatture.

Molto si potrebbe dire anche su ciò, che il nostro Autore accenna in questo stesso Capitolo rispetto a certe fabbriche, e manifatture, ch’egli chiama prepotenti. Egli le vorrebbe suddivise, e distribuite in più mani, ed ha ragione fino ad un certo segno; ma le manifatture complicate di lusso, e di disegno difficilmente pro­spereranno abbandonate ad un piccolo [p. 74 modifica]fabbricatore privo dei mezzi, e delle cognizioni necessarie al buon successo di dette fabbriche. Che se si supponga, che cento telaj, sebbene divisi in più case dipendano dallo stesso fabbricatore, in questo caso io non vedrei che un inconveniente di più nella loro divisione. Quanto più si riflette, e si ragiona sulla pubblica Economia, tanto più s’impara a diffidare delle massime generali, ed a conoscere, che la difficoltà, ed il pericolo sta nell’applicazione.