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Memorie sopra due monete inedite della Repubblica di Pisa

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Giorgio Viani

1892 Indice:Rivista italiana di numismatica 1892.djvu Rivista italiana di numismatica 1892

Memorie sopra due monete inedite
della Repubblica di Pisa Intestazione 21 ottobre 2022 100% Numismatica

Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1892
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MEMORIE SOPRA DUE MONETE INEDITE


DELLA REPUBBLICA DI PISA1.


I.


D/ — + BONAC • DE PALVDE • PIS • POT • (Bonaccursus de Palude Pisanorum Potestas). — Aquila coronata sopra mezza nave; e sotto, leone rampante.
R/ — PI • – SE • Madonna sedente col Divin Figliuolo in braccio; e campana dal lato diritto.

Questa preziosa moneta di argento, ignota ai Monetografi, e forse unica fino al presente, appartiene alla Repubblica di Pisa. La singolare sua rarità consiste nel diritto, ove all’intorno si vede il nome di Buonaccorso da Palude, e al di sotto l’arme del medesimo espressa in un leone rampante, non essendovi esempio, che nelle monete delle Repubbliche toscane sieno stati mai posti i nomi ed i segni dei Consoli, Podestà, Capitani, o altri capi di esse. Si noti ancora che l’Aquila, quale formava lo stemma della città di Pisa, invece del solito capitello, come si vede nei Sigilli e nelle monete, tiene sotto gli artigli una mezza nave; il che potrebbe essere allusivo alle imprese marittime del suddetto Buonaccorso. Il rovescio colla Madonna e colla figura della campana, segno del Presidente della Zecca, è comune.

Abbiamo dalla storia e dai pubblici monumenti, che Buonaccorso da Palude, uomo insigne per la sua virtù e [p. 127 modifica]per la sua dottrina, fu Podestà di Pisa negli anni 1242, 1243 e 1244: comandò due volte la flotta di quella Repubblica: venne spedito dall’Imperatore Federico II in Garfagnana per distaccarla dalla parte Guelfa e ridurla alla Ghibellina nel 1249: e restò ucciso in quella Provincia per insinuazione dei Lucchesi nel 1250. Al che si può adesso aggiungere essere cosa manifesta che nel tempo del suo governo ebbe questo personaggio una straordinaria autorità o particolare considerazione, giacchè, per arbitrario potere o per facoltà concessagli, esercitò il sovrano diritto di far coniare monete col proprio nome e collo stemma di sua famiglia.

Fu trovata la presente moneta sotterra in un campo contiguo alle mura di Pisa nel 1809, e si acquistò dal Signor Tommaso da Paùle o Palude, di detta Città, il quale si pregia di essere della medesima chiarissima stirpe del nominato Buonaccorso. Il titolo del metallo è ottimo, ed il peso di grani 24 e mezzo fiorentini.


II.2


D/ — BONAC • DE PALVDE PIS • POT • (Bonaccursus de Palude Pisanorum Potestas). — Aquila coronata sopra mezza nave; e sotto, leone rampante fra le due lettere F. — I.
R/ — PI — SE • Madonna sedente col Divin Figliuolo in braccio: e campana dal lato diritto.

Nell’anno 1809 ad istanza di un degno e rispettabile amico fu da me illustrata una moneta di argento della Repubblica di Pisa col nome del Podestà Buonaccorso da [p. 128 modifica]Palude. Dissi allora, che tale moneta, non solo era preziosa e rarissima, non essendovi esempio che le antiche Repubbliche toscane abbiano permesso ai loro Consoli, Capitani, Podestà, e altri simili Capi di coniare monete col proprio nome e stemma, ma che forse poteva credersi unica, non essendo stata osservata l’eguale nei pubblici e privati Musei. Contro ogni mia aspettativa, altra ne fu scoperta nel luogo medesimo ove trovossi la prima, la quale, essendo di conio alquanto diverso, merita di essere pubblicata e conosciuta dagli amatori delle cose antiche d’Italia.

Nel diritto di questa moneta si vede, come nell’altra, un’Aquila coronata sopra un rostro di nave colle medesime parole all’intorno: ma il leoncino rampante, che resta al di sotto e forma l’arme della famiglia da Palude, è in mezzo alle due lettere F. I., le quali non esistono nella prima. Non sarà difficile l’interpretazione di queste lettere quando si rifletta, che in quasi tutte le antiche monete della Repubblica di Pisa si legge il nome dell’Imperatore Federico I, il quale, con diploma del 25 di agosto 1155, le confermò il privilegio della zecca. Le due lettere F. I non sono dunque, a mio giudizio, che l’abbreviazione della solita leggenda FEDERICVS IMPERATOR, e fanno vedere, che Buonaccorso da Palude volle indicare in tal modo, che la moneta col suo nome era simile a quella della Repubblica, oppure esternò un atto di gratitudine a Federico II, da cui fu singolarmente onorato e protetto. Il rovescio, colla Madonna e col segno della campana, è perfettamente eguale a quello dell’altra, eccettuata qualche piccola differenza nella fattura della seggiola ove riposa la Vergine col Bambino in braccio.

Se fu grande l’ammirazione con cui venne accolta dalla Repubblica Letteraria la prima moneta del celebre Podestà pisano, non minore sarà quella che farà nascere la pubblicazione della seconda. In fatti sì l’una che l’altra, nell’atto che illustrano una chiarissima ed antica famiglia, la quale esiste tuttora in Pisa, fanno epoca nella storia della Monetazione toscana, e meritano un luogo distinto nei più scelti e doviziosi Musei.

Questa moneta alquanto logora fu da me acquistata nel 1810, è di ottimo argento, e pesa grani 24 fiorentini.

Note

  1. Questa Memoria fu pubblicata la prima volta in Pisa nel 1809 e stampata in foglio volante, e nel 1812 venne ripubblicata in Livorno nel primo volume della Pisa illustrata di Alessandro da Morrona, a pag. 474-476; tav. III, n. 1.
  2. Questa Memoria fu inserta nell’opera sopra citata del Morrona, tomo I, pag. 476-478; tav. III, n. 2.