Morte, che tanta di me parte prendi
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Vincenzo da Filicaja
XIV1
Morte, che tanta di me parte prendi,
E lasci l’altra del suo albergo fuore,
Se intendesti giammai che cosa è amore,
O ti prendi anco questa, o quella rendi.
5E se tant’oltre il poter tuo non stendi,
Armami almen del tuo natìo rigore,
E contra i colpi del crudel dolore
Tu, che sì m’offendesti, or mi difendi.
Ma nè d’erbe virtù, nè d’arte maga,
10Nè a risaldar bastanti unqua sarieno
Balsami di Ragion sì acerba piaga;
Onde lentando al giusto duol il freno
Forz’è ch’io pianga, e del mio Ben la vaga
Immago adombri in queste carte almeno.
Note
- ↑ Questo, e gli seguenti Sonetti sono in morte di Camilla da Filicaja Alessandri.