Autore:Vincenzo da Filicaja
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Opere[modifica]
Poesie[modifica]
- Dalle Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti, sua consorte
Tirsi, qui appunto, ove in quest'urna incisa
(1723)
Piangesti, Roma: e in te si vide espressa
Sono, Italia, per te discordia e morte
Così parlommi, e per l'afflitte vene
Dal cuore agli occhi, e poi dagli occhi al cuore
Dov'è Italia il tuo braccio? E a che ti servi
E ben potrà mia Musa entro le morte
Era già il tempo, che del vin la neve
Fuoco, cui spegner de' miei pianti l'acque
Giunto quel Grande, ove l'altrui gran torto
Grande fui mentre io vissi, e scettro tenne
Italia, Italia, o tu, cui feo la Sorte
Morte, che tanta di me parte prendi
Nate e cresciute sotto fier Pianeta
Nè fera tigre, che dagli occhi spire
Oh quante volte con pietoso affetto
Or chi fia che i men noti e i più sospetti
Qual madre i figli con pietoso affetto
Questa, che scossa di sue regie fronde
Redi, se un guardo a voi talor volgeste
Se grazia il Vinto al Vincitor veruna
Signor, fu mia ventura, e tuo gran dono
Sul Tebro io l'ebbi, e poi che gli occhi al Vero
Sull'altere di Buda empie ruine
Vidila in sogno più gentil che pria
- Dalle Poesie toscane del Senatore Vincenzo da Filicaja
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