Notizia d'opere di disegno/Giunta

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Giunta

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Notizia - Opere in Venezia Indice
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GIUNTA.

Pag. 110. AD Bernardum Parentinum pictorem v’è un’elegia di Don Raffaello da Piacenza Monaco Benedettino Casinese fra le opere sue poetiche stampate in Cremona l’anno 1518. in 8. col titolo Armeniados Libri X. Scænæ Libri IV. Polystichorum Liber I. Epigrammatum Libri III. Li versi d’essa seguenti, ne’ quali il merito del Parentino si esalta, possono anche avere relazione alle pitture del chiostro di Santa Giustina di Padova.

Multa quidem subieci oculis simulacra, vetustas
          Quæ dedit, & quidem adhuc æmula dat novitas.
Omnia Parrhasii pulcherrima, Zeusis, Apellis;
          Certa Amor quamvis, Vinitor, atque Venus.
Iudice me, tuus, o Parentia, vincit alumnus,
          Dum Romam digitis magnaque facta refert.
Scipiadas timui armatos, timuique ruinas
          Quas facit, & regradum traximus inde pedem.
Sæpe bonus calathos putat & sacra vera viator,
          Quis Themin & flavam mater adit Cererem.
Terga Cleonæi dum torret Apollo leonis,
          Vel ferus in summa Iuppiter arce tonat,
Curritur huc, fictisque quies speratur opaca
          Porticibus: fallit credita sæpe domus.
Biblia quidquid habent antiqua dat iste videri:
          Perde libros, eadem non cadet historia.

Pag. 144. Non è Vitezio il cognome di Giano Pannonio; ancorchè scrittori non pochi, e delle [p. 256 modifica]cose dell’Ungheria non poco istrutti, così lo abbiano cognominato, per aver egli avuto a madre Barbara Vitezia, ed a zio materno Giovanni Vitezio prima Vescovo di Varadino, poi Arcivescovo di Strigonia. Fu di famiglia Cesinge, siccome ha bene mostrato S. E. il Sig. Conte Samuele Teleki Consigliere intimo attuale di Stato di Sua Maestà Cesarea, e Cancelliere di Transilvania nella Vita di Giano, ch’egli con accuratezza ed eleganza singolare ha scritta ed aggiunta alle Poesie Latine di lui nell’edizione di Utrecht 1784. Cap. II. (T. II. p. 175.). L’ho io qui detto Vitezio, non ricordandomi che col suo cognome di Cesinge lo aveva citato nella mia Dissertazione Delle Solennità e Pompe Nuziali, già usate presso li Veneziani, stampata in Venezia l’anno 1793. in 4. (p. XXVI.).

Pag. 223. Giovanni Boldù Veneziano si chiama pittore ne’ getti suoi di medaglie; ma opere di pitture da lui fatte non si conoscono. Due medaglie gettate nel 1457., di Filippo Maserano Veneziano e di Pietro Bono, possono vedersi nel Museo Mazzucchelliano (T. I. Tab. XI. & XXIII.), ed un’altra di Filippo de’ Vadi Pisano, pure dell’anno medesimo, è riferita fra quelle del Sig. Ab. Bottari, alla fine del tomo settimo degli Elogii Iltaliani. Ma due di grande forma egli a se medesimo ne ha gettate, le quali ne’ libri a stampa riferite non veggo, e ne’ musei ancora di rado si trovano: quando poi esse s’incontrano, la lezione del nome non sempre facile riesce. Non mancano esse nel dovizioso museo dell’Eccellentissima Famiglia Pisani a Santo Stefano; e dal gentilissimo Bibliotecario Sig. Abate Bonicelli state mi sono comunicate. L’una ha nella parte diritta il busto del Boldù con grande berretta in [p. 257 modifica]testa, ed all’intorno le parole ΙΩΑΝΗϹ . ΜΠΩΛΝΤΟΥ . ΖΩΓΡΑΦΟΥ, cioè Ioannes Boldu Pictoris: e frapposte a queste sonovi parole Ebraiche, le quali in Latino significano Ioannes Boldu de Venetiis pictor. Nel rovescio v’è una vecchia donna che sferza un giovine sedente, con testa di morto a’ piedi di esso, e dirimpetto ha un angelo che offre incenso alla Divinità, con raggi di luce che scendono dall’alto: d’intorno leggesi opvs . ioanis . boldv . pictoris . veneti . e sotto l’anno mcccclviii. L’altra medaglia nel diritto presenta un busto con corona di edera in testa, ma con faccia diversa da quella della medaglia descritta, ed all’intorno ha le parole ΙΩΑΝΗϹ . ΜΠΩΛΝΤΟΥ . ΖΩΓΡΑΦΟΥ . ΒΕΝΑΙΤΙΑΙ. cioè Ioannes Boldu Pictoris Venetiarum. Nel rovescio evvi una figura di donna sedente, con un puttino alato che s’appoggia sopra una testa di morto, e tiene nella sinistra un ramo secco, con le parole d’intorno opus . ioanis . boldv . pictoris . venetvs . xografi . Con l’anno mcccclxxi. sotto. Per conoscere la significazione di questo rovescio ebbe ricorso Gioseffantonio Pinzi ad Apostolo Zeno: ma questo gli rispose: Cosa significhi la figura sedente, non saprei dirlo accertatamente. Esprime certo un concetto di religione Cristiana, e forse la penitenza (Lettere T. VI. p. 327.). Questo rovescio medesimo, con le parole io . son . fine . nella sommità, e coll’anno mcccclxvi. al basso, osservo io in altra medaglia di eguale grandezza, che nella Regia Biblioteca di San Marco esiste; la quale nella parte diritta ha una testa di giovine Imperatore coronata d’alloro, ma fatta a capriccio, con le parole antoninvs . pivs . avgvstvs . e questa pure è forse opera dell’artefice medesimo. Il [p. 258 modifica]cognome poi di Boldù sarà indubitatamente riconosciuto nella voce ΜΠΩΛΝΤΟΥ, tosto che si consulti il Glossario Greco de’ bassi tempi del Du Cange; dove lo scrivere ΜΠ in vece di β, e ντ in vece di Δ, nella lingua Greco-Volgare si comprova come cosa usitata comunemente. Gli spropositi in alcune parole, sì del Greco, come del Latino, sono già frequenti nelle medaglie di que’ tempi, da condonarsi alla rozzezza degli artefici.