Novelle (Sercambi)/Novella XXVIIII

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Novella XXVIIII

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XXVIIII


Venuto il fresco et un poco d’oragio, le giovane per le dilettevole <novelle> ditte di monna Bambacaia riconfortate, e preso vigore incominciando una danza, non avendo ancora in tutto ’l camino danzato, fu tanto il piacere del preposto e dell’altra brigata che volentieri sarenno rimasi la notte quine; ma perché non aveano niente da vivere, fe’ cenno e tutta la brigata si mosse, dicendo a l’autore che dicesse bella novella fine che a Orvieto seranno giunti. Al qual e’ disse che volentieri, e voltòsi alla brigata parlando: «A voi, donne vedove che non volete mariti e poi a una castagna sete giunte e conviene pur prenderlo, ad exemplo di tutte dirò una novella»; incominciando in questo modo, cioè:


DE ASTUTIA IN JUVENE

Di messer Adorno Spinola e di Andriolo suo
figliuolo innamorato di monna Clara delli Adorni.


Nella città di Genova fu uno messer Adorno Spinola, il quale avea uno suo figliuolo e non più, il quale avea nome Andriolo. Era questo Andriolo, per vezzi che il padre li portava, assai mal nodrito, nondimeno per natura era savio. E non volendo intendere a mercantia né ad altro esercizio di guadagno, ma in sul vaghegiare e spendere era la sua opera, di che il padre ne portava gran dolore, considerato lui esser di tempo e ricco e di buona casa e non aver altro figliuolo: per amore noi casticava, e di malanconia era pieno vedendo il figliuolo isviato et a neun bene riducersi.

E stando per tal maniera, lo ditto Andriolo, vedendo un di [p. 133 modifica]una giovana vedua bella quanto il sole nomata madonna Cara delli Adorni, ricca e di buon parentado, e piacendoli, s’inamorò di lei. Madonna Cara, che di ciò non s’è acorta ma’, onestamente lo dì delle feste con una sua fante alle perdonanze n’andava e ’l giorno da lavorare si stava onestamente in casa. Andriolo, avendo già sentito il colpo dell’amore di costei, dove madonna Cara andava, lui dirieto; e ’l giorno che in casa stava, sempre davanti tutto ’l giorno facea residenzia con onesto modo. Né perciò madonna Cara s’acorgea che Andriolo li volesse bene.

Avendo dimorato molto tempo Andriolo in tal maniera e dalla donna mai non ebbe un bello isguardo, pensò fra suo cuore dicendo: «Se io avessi denari, io la converrei avere: poi che l’amore ci è, non c’è male». E come pensò, deliberò per uno onesto modo dal padre aver denari.

E più tosto che potéo disse al padre: «O padre mio, cognosco che è fatto beffe di me però che io sto come uno tristo a non fare nulla; e considerato io quanto è la vostra alta fama in Genova, almeno per rispetto di voi che omai sete vecchio mi dovrei sottomettere a qualche bontà. E per fare tacere le genti che hanno mal parlato di me, padre mio, in quanto a voi piacesse, io mi vorrei dispuonere a navicare e fare bene. Ma tanto vi vo’ dire che non vo’ compagnia se non a mio modo; e vo’ una nave nuova che sia fatta per me, in su la quale vo’ andare». Lo padre, che ode le belle ragioni che il figliuolo li dice e vedendolo disposto a ben fare, di tenerezza lagrimando disse: «O figliuolo mio, chiedi, poi che io veggo che hai mutato pensieri, et io farò tutto e sono contento che una nave per te solo si faccia»; dicendoli: «vi mila fiorini metto da parte per fare uno legno, e un mila fiorini per fornire il naviglio. E però, a che ora vuoi cominciare, io dirò a tale banchieri che per infine alla somma ditta ti dia». E cosí li fe’ pròmettere. Andriolo contento pensando venire alla intenzione sua d’aver madonna Cara, lo padre contentissimo stimando: «Lo mio figliuolo vorrà far bene».

Preso Andriolo fiorini m dal banco, e lo di seguente se n’andò dinanti alla sua innamorata, e tanto dimorò che la fante uscìo di casa. Andriolo li tenne dirieto e da parte la tirò, dicendoli: «Io [p. 134 modifica]ti vorrei dire alcuna imbasciata». La fante, che ’l vede bellissimo, disse: «Che vuoi?» Andriolo disse: «Io amo madonna Cara sopra tutte le cose del mondo, e se tu puoi fare che io li baci il piedi, io le vo’ dare fiorini m, de’ quali voglio che xxv ne siano tuoi; e di questo ti serò molto tenuto. E perché sappi il modo che io terrò, ti dico: io verrò in casa e di piè la scala sia la donna col piede nudo; e basciato, di subito me n’escirò fuori e mai persona nol saprà». La fante, che ode li fiorini m che dare vuole e che a lei ne viene fiorini xxv, e perché lo vede bello et anco non chiede molto gran fatto, li disse che volentieri farà l’ambasciata. E pensa tutto acordare, et a lui dice che quine dove è l’aspetti.

E partitasi la fante e tornata in casa rendendo l’ambasciata a che la donna l’avea mandata, e poi le cominciò a dire: «Madonna, ben vi dico che uno bellissimo giovano m’ha ditto alcune cose le quali per l’amor che io vi porto non lasserei che io non ve le dicesse». La donna disse: «Che novelle saranno queste?» La fante disse: «Quel giovano nomato Andriolo Spinora m’ha ditto che molto v’ama e che vi prega che vi piaccia, poi che tanto v’ama, di lassarli basciare il vostro piede, promettendovi dare fiorini m, e di quelli vuole che io n’abia fiorini xxv. E più, dice che v’uole venire da sera e voi sarete in piè di scala, e basciato che lui l’arà, darà volta e che andranne e che mai a persona nol dirà».

Madonna Cara, che ode quello che la fante li ha ditto, disse: «Come mi dici tu tali parole? Or come aconsentirei che a me toccasse il piede, che sono di si alto parentado e giovana di onestà e sai che i’ ho tanti denari? Per certo nol farei mai!» La fante disse: «Madonna, la vostra persona è bella e chi v’ama bello, voi gentile e lui, voi ricca e lui vi dona fiorini m, li quali porrete sopra li altri e tanti n’arete più; e poi che vi promette a neuno apalesarlo...». La donna ridendo disse: «Che faresti tu se fussi in mio luogo?» Rispuose la fante: «Lo servirei allegramente, però che naturalmente la donna fu fatta per servire l’uomo e massimamente chi v’ama. E però assiguratevi e prendete quelli belli fiorini che dare vi vuole. Ma ben vi dico che se aconsentite che quella sua bocca piacente baci il vostro disiato piede, che vi piaccia nettarlo et in s’uno guanciale di seta lo tegnate, che paia che voi amate le vostre [p. 135 modifica]cose, e con uno lume, sì che chiaro possiate vedere li fiorini che v’aregherà: li quali prima che ’l piede vi baci ve li farete dare e metteteli in un bacino d’argento, e dapoi ch’e’ si sarà partito daretene a me fiorini xxv

La donna, che già l’era venuto il desiderio, non fe’ molto contasto e disse alla fante: «Poi che a te pare e tu mi di’ ch’e’ è bello giovano, ti dico che vadi a lui e dilli che io sono contenta che stasera di notte vegna per modo che altri non se ne acorga et areghi i denari. E amaestralo che a neuno apalesi la cosa». La fante, auta la risposta che disiava, tornò a ’Ndriolo dicendoli tutto l’acordo.

Andriolo contento, la fante ritornata e fatto un bagnuolo al piè di madonna Cara, e aparecchiato il guanciale di seta dorato et uno torchio acceso, e preso uno bascino d’ariento, spettando la sera; Andriolo, che stava atento, venuto la sera e notte, andò a casa di madonna Cara. Et entrato dentro, trovòla in piè di scala col piè in sul guanciale che parea un pezzo di nieve. Andriolo, versato li fiorini innel bacino, inginocchiandosi, colle mani prese quel piede e la bocca vi puose, dicendo: «O cuor del corpo mio, io mi ti racomando». E basciato il piede, fece reverenza a madonna Cara e, dato volta, di casa uscìo.

La fante chiuso l’uscio, e la donna col bacino de’ denari se n’andò in camera e quine innomerati e’ fiorini trovò esser m nuovi, de’ quali alla fante ne diè xxv, dicendo: «Credi che questo giovano sia stato un matto ad aver dati tanti denari per sì piccola cosa?» La fante disse: «Or vedeste mai più onesto e più bello giovano? E vedete come reverentemente si partìo, che sarenno stati di molti che non si sarenno voluti partire?». La donna disse: «Per certo o elli è troppo ricco o elli è stolto o elli è impazzito di me, tanto ben mi vuole». La fante disse: «Per certo io credo che vi porta tanto amore che ogni cosa farè’». E ditte tra loro con rise molte ciance, et infra l’altre ciance che vi si dicesse, fu che la fante disse: «Io li darei volentieri questi xxv fiorini, et elli stanotte giacesse meco». La donna disse: «E tu l’aresti bene incettati». E partirsi et andarono a letto.

Stati alquanti di, Andriolo disse al padre: «Messer, io ho speso [p. 136 modifica]quelli m fiorini ch’ebi dal banco in fare tagliare il più bello legname che mai si vedesse, e però a me bisogna per maestri fiorini ii mila». Lo padre disse: «Prendili a tua posta».

Andriolo la mattina rivegnente se n’andò con fiorini ii mila a’ luogo dove la fante di madonna Cara trovò et a lei disse: «Se madonna vuole che io li baci la coscia, io li vo’ dare fiorini ii mila, de’ quali a te se ne tribuisca l, e quel modo terrò che altra volta feci». La fante desiderosa si servirlo tornò a casa, a madonna Cara tutto disse. La donna disse: «Or non vedi tu che costui va prendendo la mia persona a passi lenti? Per certo non vo’». Disse la fante: «Per Dio, non dite: che se aconsentite ve ne loderete d’aver compiaciuto a sì bel giovano». Madonna Cara, che già li parea esser certa di quello che il giovano doppo tal fare le chiederè’, venendoli già il sangue riscaldando disse alla fante: «Se pensi che lui faccia come altra volta fecce, sono contenta che stasera vegna». La fante andò a ’Ndriolo e tutto li ricontò. Andriolo contento aspetta.

La sera, la donna fattosi il bagno a tutta la gamba fine al pennuto, el torchio acceso e col bacino, tenendo la gamba tutta scoperta e la coscia in s’uno piomaccio di seta; come fu notte, Andriolo entrò dentro. Et i denari versati innel bacino, inginocchiandosi, dicendo: «Madonna, voi siete tutto il mio conforto», abracciato la gamba e la coscia, distendendosi sopra la coscia basciò. E levatosi disse: «Madonna, a Dio ve racomando», e partìsi.

La fante chiuso l’uscio et intrati in camera, li denari partirono. La donna disse: «Per certo Andriolo mi pare onesto giovano, e di vero elli non è stolto; e se non mi fusse vergogna io l’amerei». La fante disse: «Mai non si biasmò chi amasse». E questo ditto, andonno a dormire.

Andriolo tornò al padre doppo alquanti giorni dicendo la nave cominciarsi a fare; e chiesto fiorini iii mila et autoli, tornò a’ luogo dove la fante trovò. E doppo molte parole, Andriolo disse che se la donna volea che lui li baciasse la bocca, che quelli iii mila fiorini volea a le’ dare, de’ quali c ne serbasse per lei. La fante narrò a madonna Cara la cosa. La donna disse: «Io penso che il mèle della sua bocca serà tanto che a me fa di necessità di quello [p. 137 modifica]saziare il mio apitito, ma bene dubito non si sappia queste cose». La fante disse che non dottasse.

La donna, mandata la fante fuori a rendere l’ambasciata a Andriolo, specchiandosi e vedendosi innella faccia come rosa venire, disse: «Per certo dopo questo bascio che penso sarà molto dolce, io non sarò più dura a dinegarli cosa che voglia». E fattasi tutta bella col liscio e bambacello, mettendosi in bocca alcuna noce moscata et in seno un pogo di moscato come usano le donne genovesi; venuta la fante e ditto come Andriolo era contento; venuta la sera, la donna in una roba nera, aconcia innel viso e le mammelle alquanto fuori del petto, con allegrezza sperando che Andriolo dovesse rimanere stava tutta baldanzosa.

Andriolo, che l’uscio vede aperto, andò dentro; e trovata la donna così aconcia, fattole reverenza e salutatala, li denari messe innel bacino e poi con uno atto molto onesto s’acostò alla donna dicendo: «O conforto dell’anima mia a cui tutto sono dato, io vi prego che non vi sdegni l’animo se la mia bocca s’acosterà alla vostra, la quale è degna d’ogni lodo». La donna, che volentieri l’arè’ morso, acostandosi, Andriolo abracciatala, la bocca sua a quella di monna Cara puose e con piacere la baciò, e dapoi, inchinato le gambe, la racomandò a Dio e fuori di casa uscìo.

La donna, che arè’ voluto che Andriolo fusse rimaso, stava pensosa. La fante disse: «Madonna, che pensate?» La donna dice: «Penso quanto onesto giovano m’ha ora la bocca basciata, e dìcoti che m’ha lassato tanto dolce la mia bocca che nol potresti credere». La fante che già s’era acorta che la donna era più d’amore acesa che ’l giovano, disse: «Madonna, e’ converrà che di quella dolcezza che portate tra gambe li rendiate buono guigliardone». La donna ridendo disse: «Per certo tu t’acorgi di quello che io ho desiderio». La fante disse: «La parte de’ miei denari mi date e voi colli altri riponete cotesti». La donna così fece. Et andata a dormire, steo con pensieri la donna più giorni.

Andriolo, che li pare esser venuto quasi a buon punto, disse: «Ora mi convien esser savio a ricoverare lo mio et aver mia intenzione». E quello che pensò innella novella lo sentirete.

Andando al padre disse: «Padre, io hoe fatta la nave, e manca [p. 138 modifica]fiorini iiii mila per vararla». Il padre lil fe’ dare. Andriolo si parte e torna a’ luogo usato là u’ la fante trovò, dicendoli che se la donna volea che con lei una notte albergasse, li darè’ fiorini iiii mila, a lei fiorini ii cento di quelli. La fante narrato alla donna, la donna, parendoli mille anni, disse di sì. E tutta si conciò come sposa, aparecchiando bene da cena.

Messer Adorno padre di Andriolo disse: «Poi che mio figliuolo ha fatto si bella nave che gosta fiorini x mila, io voglio andare a vederla». Et andato in terzenaia e dimandato della nave del figliuolo, fulli ditto che neuna nave v’avea. Di che messer Adorno volse sapere l’usanza del figliuolo. Fulli ditto che vaghegiava la Cara e che quine avea speso il suo. Messer Adorno volse vedere il modo. E vedendo la fante farli l’ambasciata et Andriolo allegro, pensò non dirli nulla, ma seguire la traccia. E stato nascoso, venne la sera.

Andriolo se n’andò a casa di madonna Cara, e con lui lo padre dirieto. Andriolo montate le scale et intrato in camera e quine trovato aparecchiato e la donna in giubba tutta giulìa, messer Adorno stava a vedere cenare la brigata. E mentre che cenavano, monna Cara si volgea a Andriolo e baciavalo. Andriolo, che avea l’animo a’ denari che avea spesi, istava pensoso. E cenaron con molto piacere; e perché a Cara parea mille anni d’esser alle prese con Andriolo, disse alla fante andasse a dormire. La fante si partìo.

Monna Cara di subito spogliatasi nuda e innel letto entrata senza chiudere uscio di camera, sperando che dentro non fusse persona, chiamando Andriolo dicendo che innel letto entrasse; messer Adorno, che tutto vede et ode, senza dir niente lassa fare. Essendo Andriolo innel letto e saglito sopra il corpo di Cara, Cara desiderosa di dare beccare a l’ugello d’Andriolo, preselo in mano et innel suo nido lo nascose. Andriolo fuggendosi, la donna desiderosa disse: «O Andriolo, contentami et io ti vo’ dare ii mila fiorini». Andriolo, che avea volontà di riaver i suoi denari, tenendola a bada. Cara, — di fiamma di fuoco parea avesse il viso — proferse a ’Ndriolo tutti i fiorini x mila. Andriolo, che più oltra volea, faccendola più riscaldare, la Cara disse: «Or che giova, Andriolo? Io voglio esser tua moglie e darti di contanti fiorini xv mila e tante [p. 139 modifica]possessioni e gioielli che vagliano fiorini xx mila; e tu mi contenta!»

Messer Adorno, odendo tal proferta, subito sagliò in camera e disse: «O figliuolo, vara la nave che ora è tempo, vara la nave ch’è tempo!» Andriolo, che sente il padre, niente dice. La donna sentendo alcuno in camera quasi cascò. Messer Adorno con uno torchio acceso montò in su’ letto e disse: «Cara, tu se’ giovana bella gentile e ricca; Andriolo mio figliuolo, giovano bello gentile e ricco. Tu hai ben pensato, e però, Andriolo, in mia presenzia la sposa!» E trattosi uno anello di dito < . . . . . . . >, e Cara fu sposata. Messer Adorno disse: «Omai vi date piacere: et io v’aspetto qui in sala e voi lavorate il podere».

Cara raseguratasi, con Andriolo si prese piacere e saziò l’apetito suo. E poi scese del letto et aperse uno scrigno, e di quello cavò fiorini xxv mila, dicendo: «Tenete questi, et io voglio che i miei parenti sappiano che io son maritat’a lo figliuolo di messer Adorno». <Messer Adorno> disse che ben dicea: e preso li denari, parlò a’ parenti. E contente le parti, Andriolo potéo varare la nave a l’acqua di Cara a suo piacere.

Ex.º xxviiii.