Obras Poéticas de Glauceste Satúrnio/Sonetos/LXXXIX

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LXXXIX

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LXXXIX

 
     Misera rimembranza, che mai tenti!
Perché venirmi tormentando ancora!
Non m’accordar, ti chiedo, la dolce ora
4De’ primi miei suavissimi contenti.
 
     Fuorono brevi; e sono cosi lenti
I passi tuoi, che nella grata Aurora
Del mio piacer, io ritrovai tallora,
8In sembianza di gioja i miei tormenti.
 
     Ah non lasciasti mai la spiaggia aprica,
Per girne in grembo al procelloso flutto,
11Allor che si mostró la sorte amica.
 
     Non sarebbe il mio ben per lei distrutto;
Nè havrei nel alma una crudel fatica,
14Che tutto afflige, e che sconsola tutto.