Odi (Anacreonte)/Ode LIII
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SOPRA LA ROSA.
Oggi vogl’io col canto
Lodar la rosa estiva,
E la stagion che avviva
4L’erba novella e il fior.
Tu, mio tesoro, intanto,
Il canto mio seconda,
E facile risponda
8A’ nostri carmi Amor.
Per l’odor suo gentile
Questo vermiglio fiore
È degli Dei l’amore.
12Degli uomini il piacer.
E ognor che riede Aprile,
Le Grazie verginelle
Ornan di rose belle
16Il vago crin leggier.
D’Amor la Genitrice
Sembra più bella in Cielo,
Se mai fra il roseo velo
20Mostra l’eburneo sen.
Fin sull’Ascrea pendice
L’educan le Camene:
De’ canti d’Ippocrene
24Soggetto ognor divien.
È dolce a chi raccoglie
Le rose porporine,
Sebben le ingrate spine
28Gli pungano la man:
E a chi le molli foglie
Fra palma e palma asconde
Più grato odore altronde
32Aspetta forse invan.
Si spargono le cene
Di rose delicate,
E son così più grate
36Le rose al saggio ancor.
E quando il tempo riede
Sacro al buon Dio Tebano,
Si versa a piena mano
40Nembo di rose allor.
Senza le vaghe rose,
Qual cosa è mai gradita?
Colle rosate dita
44L’Alba colora il dì.
Le Najadi vezzose
Di rose hanno le braccia;
Di rose il sen la faccia
48Venere ha pur così.
Ch’è di ristoro a’ mali
La rosa io so per prova,
E che incorrotti giova
52Gli estinti a conservar.
Invan spiegando l’ali
Va il tempo sul suo verde,
Ch’ella l’odor non perde
56De’ giorni al trapassar.
Or sull’istessa cetra
Io ridirò cantando,
Com’ella nacque, e quando
60Già dal terren spuntò.
Quel dì, che in faccia all’etra
Sulla cerulea culla
Venere ancor fanciulla
64L’onda del mar mostrò,
Quel dì, che Giove, armata,
Spettacolo giocondo,
Espose al Cielo al Mondo
68La Diva del saper,
Allor si vide ornata
La terra del bel fiore,
Ch’è degli Dei l’amore
72Degli uomini il piacer.
Allora i Numi a gara
La pianta avventurosa
D’ambrosia rugiadosa
76Presero ad irrigar:
E al buon Lièo sì cara,
La rosa porporina
Sulla nativa spina
80Si vide germogliar.