Opere di Raimondo Montecuccoli (1821)/Lettera dedicatoria dell'Autore all'Imperatore Leopoldo
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Lettera dedicatoria
dell’Autore
all’Imperatore Leopoldo I
L’anno 1668
Sacratissima Cesarea Real Maestà,
Vivo sessant’anni nel mondo, e quarantacinque di quelli nel servizio militare di V.S.C.M. L’esperienza mi ha istrutto di varie cose per promuoverlo, e le grazie, che dall’imo de’gradi della milizia sino al supremo del comando degli eserciti successivamente m’innalzarono con l’accrescimento di tanti altri in più persone divisi, ora in me accumulati carichi, vieppiù ardente ne accendono lo zelo; ma i disagii, i disordini, le ferite e l’età ne scemano la forza. Soddisferò al genio, e all’obbligo, come io vaglia in vita, e coll’opera sin che la mano mel permetta; questa invalida, col consiglio; e nell’inabilità d’ambedue, con voti e colle memorie1 espresse e consacrate umilissimamente a’ piedi Cesarei in questi fogli della guerra col Turco, impresa degnissima di V. S. C. M., propria della sua pietà, del suo trono, e della positura dei suoi stati.
E quali armi più sante, che quelle mosse a liberare la sepoltura di Cristo? E a chi più s’appartiene lo esaltar gli umili, deporre i tiranni dal soglio, tenere in giusto equilibrio il mondo, che al primo e maggiore fra gli uomini, per essere di Dio solo minore e secondo2! E dove cogliere palme più nobili, più ricche, e più commode, che in racquistare l'usurpato, scorrere vaste province, secondar l'invito degli oppressi, i vaticinii de'savii, il corso delle riviere! Inimicizia sola meritevole dello sdegno d'un Cesare3, d'un Leopoldo spirante tutto vigore, generosità, grandezza nello splendore degli occhi, nella vivacità della faccia, nell'età florida, nell'ammirabil tempra; primo nel nome e nelle gesta, il quale dopo aver restituito con l'armi i regni ai Re4, e con feconda prole i Re ai regni; dopo aver fatto prova del favor divino, e del valor de'suoi eserciti contro a' barbari5, proseguirà con celesti auspicii il corso delle sue non meno che delle pubbliche felicità, e 'l diviso imperio della terra, al cui dissidio dierono due magni Costantino occasione6, e Carlo costituzione7, ricongiungerà egli massimo in uno, per conseguirne quando che sia, il dovutogli trionfo, coronato di stelle nel Cielo. Così augura
Di V. S. C. M.
L'umilissimo, devotissimo Vassallo e Servo
C.te Montecuccoli.
- ↑ Unius aetatis sunt, quae fortiter fiunt; quae vero pro utilitate reipublicae scribuntur, aeterna sunt. VEGET. de re mil. lib. II. M.
- ↑ Colimus Imperatorem, ut hominem Deo secundum, et solo Deo minorem; sic enim omnibus major est, dum solo Deo minor. TERTULL. ad Scap., c. II. M.
- ↑ Aquila non captat muscas. M.
- ↑ Quot regnas annos, tot reges restituisti. Caesaris est annos sic numerare suos. CART. M.
- ↑ Nelle guerre degli anni 1661, 62, 63 e 64. M.
- ↑ «Ahi Costantin di quanto mal fu matre.....» DANTE inf. M.
- ↑ Occidenti Imperatores suos fuisse; ab iis partibus in orientales plagas transivisse; reddendum esse suum gentibus decus; quid enim spei in orientis Imperatoribus! BUSSIERES hist. franc. lib. IV. M.