Or che volgono al ciel sì calde l'ore

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Intestazione 4 agosto 2023 75% Da definire

Ecco turbano il ciel nuvoli oscuri Duo bei veli distinti
Questo testo fa parte della raccolta Canzonette di Gabriello Chiabrera


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LXXV

AL SIGNOR TOMMASO STRINATI

È da ricrearsi nelle stagioni nojose.

Or che volgono al ciel si calde l’ore,
     Non vo’ pensier che mi contristi il core.
Solo di scoglio in scoglio
     Il Polpo sforzo, che con cento braccia
     5Avviticchiato sua difesa attende;
     O col tridente io toglio
     La cara vita al buon Dentale in caccia,
     Che il puro tergo rosseggiando splende;
     O con ami inescati io traggo fuore
     10Dal mar la Triglia di mie mense onore.
Ma poichè i lidi estremi
     Varca d’Atlante, ed i destrier suoi pronti
     Il Sol pasce ne’ campi di Nereo,
     Io sospendendo i remi,
     15Là dove s’apre valloncel tra’ monti,
     Al trasvolar dell’aura mi ricreo:
     Aura, che sparge di selvaggio odore,
     Onda, che di zaffir veste colore.
Tu d’Arno infra le sponde,
     20Ove son use rinfrescar le vene,
     Caro Strinati, l’affocate genti
     Senti cantar gioconde,
     Alternando co’cigni alme sirene
     I cotanto d’Amor dolci tormenti,
     25O Cosmo a segno di real valore
     Non degli altri suoi Cosmi arcier minore!
     Or che volgono al ciel si calde l’ore,
     Non vo’ pensier che mi contristi il core.