Paggi, quel tuo Sanson sí ben dipinto
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ix
sansone in grembo a dalila
di Giovati Battista Paggi.
Paggi, quel tuo Sanson sí ben dipinto,
che, dalla bella filistea tradito,
vien del fatal suo crine impoverito,
orbo degli occhi e da’ legami avinto;
specchio esser può verace, ancor che finto,
de l’uom che, lusingato ed invaghito
da la carne vezzosa, è poi schernito
in guisa tal che ne rimane estinto;
e ’n pigro sonno immerso e ’n vano foco,
perde con la costanza invitta e forte
de la ragione il lume a poco a poco:
alfin, tra dure e rigide ritorte,
del nemico divien favola e gioco,
e del suo vaneggiar termine è morte.