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Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/204

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176 rime varie


E acuto ferro in quella mano impresse,
8 Che pietosa un suo figlio allor copría!
Non eroe, non guerrier, non uomo egli era,
Poiché al vederla non gli cadde a terra
11 E l’occhio e il volto1 e l’asta e l’ira fera.
Tai nomi in se Ciprigna ivi rinserra,
(Dea, madre, donna, e in venustà primiera)2
14 Che non potria né un tigre a lei far guerra.


CLXXVI.3

Non può frenarsi dallo scrivere.

Pregno di neve gelida il deforme4
Vorticoso äer bigio forte stride;
Ma il tristo fiato,5 ch’ogni fiore uccide,
4 Frenar non può de’ carmi miei le torme.6
Spini ingrati son forse ed irte forme
Tai carmi, a cui crudo Aquilone arride?
O a me fiamma cotanto il cor conquide,7
8 Che avvampo io sol, mentr’altri agghiaccia e dorme?
D’ostinato rimar la fonte ignoro;
So, ch’io tacer non posso: altri poi sveli
11 Se ferro eran mie’ versi, orpello, od oro.8
Febo, a te parlo intanto; e invan mi celi
Degli almi raggi il bel vital tesoro,9
14 Poiché il mio canto in tenebre non veli.


  1. 11. L’occhio e il vòlto dovean cader a terra al Teide come ad eroe, l’asta come a guerriero, l’ira fera come ad uomo.
  2. 13. Analogamente il Manzoni nel Nome di Maria:
    O Vergine, o Signora, o tutta santa,
    Che bei nomi ti serba ogni loquela!
  3. Nel ms: «15 gennaio, lungo le mura».
  4. 1. Deforme, nuvoloso, cupo
  5. 3. Fiato, nel significato di vento impetuoso, è anche in Dante (Inf., V, 42):
    Cosí quel fiato gli spiriti mali.
  6. 4. Le torme, le schiere.
  7. 7. Conquide, investe, assale.
  8. 9-11. Il pensiero espresso nella prima parte di questa terzina già lo abbiamo trovato nel son. Tosto ch’io giunga in solitaria riva.
  9. 13. Febo, è qui da considerarsi nel suo duplice attributo di dio solare e di divinità tutrice della poesia.