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Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/321

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nota 315

leggeva egualmente Iohannes de Certaldo, che fu abraso1; alla II (terza nel ms.) era premessa un’intestazione in tre righe2, la quale secondo ogni verisimiglianza, se non fosse stata raschiata con grande diligenza, ci avrebbe rivelato la persona del destinatario, che del resto io credo di poter riconoscere lo stesso nel Petrarca3. Nell’ep. medesima lo scrivente aveva registrato il suo nome nella chiusa, dopo le parole «Vester in omnibus»; anche questo Iohannes fu abraso, e solo col reagente potè rilevarlo lo Hecker4. Infine, il solito Iohannes de Certaldo segnato nell’invio dell’ep. IV subí la medesima sorte dell’abrasione, che per altro non interdice il riconoscimento5. Sarebbe interessante, ora, sapere il perché di queste sistematiche raschiature e se veramente, come ritengo, esse risalgano al Bocc.6; ma è d’uopo confessare che nulla se ne può dire con certezza.

Rilievi sulle caratteristiche grammaticali, lessicali e stilistiche delle epistole non sono da cercare in queste pagine, dove debbo semplicemente limitarmi a dar conto del testo da me offerto. Esso è dominato dal fatto, di per sé evidente, della poca diligenza ed attenzione usate dal Bocc. nel prender copia di quei suoi scritti; condizione che impone molti e coraggiosi emendamenti, in parte indicati o sorretti, come s’è giá accennato, dal cursus, in parte proposti dagli studiosi antecedenti.

Segue la serie delle modificazioni da me introdotte.



  1. Il solo I di Iohannes fu riconosciutto dall’Hauvette (Notes cit., p. 106); Io......ldo fu visto col reagente dallo Hecker (op. cit., p. 37).
  2. Dell’iscrizione non resta che parte di un’I, e con ragione l’Hauvette affermò che «on reconstitue idem plutôt que Iohannes, d’après la lettre précédente» (l. cit.).
  3. L’identificazione risale al Della Torre (op. cit., pp. 331-38) ed è uno dei risultati positivi dei suoi studi boccacceschi. L’avversarono piú o meno recisamente il Traversari (p. 63, 11. 4), il Torraca (Per la biogr., pp. 88-9) e l’Hauvette (Boccace, p. 100, n. 1), ma senza riescire a demolirla. Una conferma, che mi piace di addurre, dell’avere essa colpito nel segno è data dal confronto dell’ep. in questione con l’elogio del Petrarca dettato dal Nostro otto o nove anni piú tardi (qui, p. 238 sgg.). Tra i due scritti corre la piú evidente affinitá: non solamente di frasi e di concetti staccati (p. es., «placabilis» 11236 e 24135, «quem fama pennata gerulonum ore notificat» 11234 e «famam per orbem gerulonum oribus reportare» 24231, ecc.), ma d’atteggiamento spirituale e quasi direi d’ispirazione.
  4. Op. cit., p. 37.
  5. Lo Hecker (l. cit.) lesse Io......s de certaldo, ma nella riproduzione fototipica mi sembra d’intravvedere anche il resto.
  6. Per l’opinione dell’Hortis cfr. qui, p. 290, n. 1.