Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/329

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nota 323

e 12010). Curiosa, e da spiegare come un riflesso di pronunzia del latino in bocca toscana, la fognazione di una consonante in mezzo ad altre, come contemsisti 11614 e reassuntus 1244, asque 11927 e posquam 11512 12126: ma si tratta di un adattamento fonico che non merita d’essere conservato nella grafia (e poi cfr. assumpta 12024, absque 12333); lo stesso dicasi per le forme con assimilazione ammirationis 11810 sgg. e ammisit 12221 (ma per contrario admirat- 12016-18 12231, admisisti 11714). Incerte tra la consonante semplice e la doppia ondeggiano alcune scrizioni che importava stabilizzare: commodum 11119 (ms. comodum, contro commodans 10921), assummebat 1212 (ms. assumebat), oportuna 11522 (ms. opportuna), suppliciis 11223 (ms. supliciis, ma cfr. 11515), porrexisti 11716 (ms. porecxisti), ymo 11126 1162 11714 (ms. ymmo, ma cfr. 12411); notevole l’oscillazione -errimus -erimus nella desinenza dei superlativi (pulcerimus 12321, miserima miserime 10918 e 1192, ma miserrime 11524 11619 1215): anche qui aderii all’uso normale1. Finalmente registrerò alcune forme speciali: invenctus 12222 e viceversa cuntis ivi18 (quest’ultima in una citazione), da me ricondotte a inventus e cunctis; gutturi 1197, ma normalmente (e spesso) guctur-, a cui dunque anche il caso presente andava adeguato; caput 1156 e velud 11232 12412, fatte rispettivamente capud (cfr. 11323 12118) e veluti (cfr.1161. 13. 33).

V. — Dal ms. Laurenziano XLII 38, trecentesco, contenente Dicerie pistole e favole di diverse maniere compilate per piú auctori2, venne stampata la prima volta dal Doni nel 15473, poi riprodotta via via; solo il Corazzini si ricordò del testo a penna per attingervi alcune varianti. Fu giá sin dal Settecento sospettato che l’ep. non sia l’originale ma un volgarizzamento dell’originale latino4; anche di fresco il Wilkins la giudicò probabilmente «a



  1. Un solo caso di raddoppiamento sintattico non fu, naturalmente, accolto (affallacia 12428).
  2. Cosí il titolo originale, in rubrica (dell’ultima parola non resta che la prima lettera per lacerazione del foglio). L’ep. del Bocc. sta alla c. 110 dell’antica num. (13 dell’attuale) e reca la didascalia Pistola di messer Giovanni di Boccaccio da Certaldo a Nichola Acciauoli. Sul ms. cfr. Bandini, Catal, cit., V, col. 198 sgg.
  3. Qui, p. 308 e n. 1.
  4. Cfr. il Vocabolario degli Accad. della Crusca, quarta impress. cit., VI, p. 18, n. 34, dove si ricorda l’ep. a Cino, quella in questione ed una terza (la dedica del De Claris mulier.). «Questa Lettera e le due seguenti tengono gli eruditi, che dal Boccaccio fossero scritte in Latino, e da altri poi volgarizzate». Cfr. anche Manni, Ist. del Decam., p. 79; Ciampi, Monumenti2 cit., pp. 588-9 (non si trattenne dall’esprimere qualche sospetto).