Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/104

Da Wikisource.
84


Impediamo che trasmigrino all’estero tanti miliardi in oro quanti ne trasmigrarono l’anno scorso e quanti ne trasmigrerebbero quest’anno e negli anni venturi, per quei consumi che non sono di più larga utilità. E s’intende — non alludo alla eventualità d’inefficaci leggi suntuarie.

Parlo del carbone, dei cereali, dello zucchero da noi acquistati all’estero con miliardi in oro e con onere di sempre crescente noleggi; voglio dire che tra le virtù del popolo deve entrare quella d’una santa astinenza per la Patria. E ciò dico a Milano perchè parlare a Milano è parlare all’Italia e perchè tutta Italia è pur bene che sappia come la disciplina della vittoria si ordisca di una infinità di sacrifizi familiari.

E come oggi da Milano partirà l’esempio di patriottica parsimonia, a Milano, precorritrice di ogni iniziativa gagliarda, germoglierà e si fortificherà la riscossa economica della Patria. Riscossa economica che deve essere l'indipendenza del nostro genio creativo nelle industrie, nella scienza applicata, nel lavoro.

Disse Cesare Correnti che nessuno potrà mai tracciare una rosa dei venti economici senza passare, volere o non volere, dall’uscio vostro: orbene, o Milanesi, se chi traccierà la rosa dei venti economici dell’avvenire passerà per l’uscio vostro, fate che su di esso trovi scritto. «lavoro italiano, produzione italiana indipendente».

I vostri economisti furono i precursori dell’economia politica che congiunge il principio di libertà al principio di equità per le classi sociali così come i vostri prosatori e i vostri poeti furono i precursori della letteratura civile. Qui Carlo Porta, per il primo, esaltò il