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176 tavola
quando ha finito di cuocere il pane. 53. Ma el ti fa pur bisogno saper a che modo gli (i carboni) puoi mettere in overa: chè non si può fare senza pennelli. 63.

Pagonazzo. La prieta pura (dell’amatito) è di color di pagonazzo, o ver morello, ed ha un tiglio come cinabro. 42.

Paletta. «Pezzo quadro di carta usato per mettere d’oro.» Ma fa’ che l’oro esca fuori della carta una corda, tanto che la paletta della carta non si bagni. 134. — Or, come hai fatto che l’oro tocchi l’acqua, di subito e presto tira a te la mano con la paletta. 154.

Palio. Ma convienti poi, perchè alcuna volta questi palii che si fanno alle chiese, sono portati di fuora, piovendo; e per tanto bisogna provvedere d’avere una vernice ben chiara. 162.

Palliare. «Tirare linee sottili di colore diverso diritte o in altro modo sopra le stremità e ne’ lembi di un panno o d’altro. Viticare.» Se vuoi fare drappo di seta o in tavola, o in muro, campeggia di cinabro, e pallia o ver vitica di minio; o vuoi di sinopia scura, e pallia di cinabro o di giallorino. 144. — E poi con altri colori va’ palliando e adornando il detto campo con ciò che colore tu vuoi, che isvarii partitamente del campo. 170.

Palpone. «in forza d’avv. Tastando, e palpando colle dita.» Poi tasta l’oro, se vuole essere ancora brunito: vollo palpone tastandolo sempre con dubbio. 158.

Pani di gesso. Poi ’l metti (il gesso) in su un pezzo di pannolino forte e bianco; e così fa’ tanto, che n’abbi tratto un pane. 117. — Togli ’l pane di questo gesso, e col coltellino il taglia sottile, come tagliassi formaggio. ivi.

Panetto. «Piccolo pane di gesso, di calcina, o d’altro.» Poi ne fa panetti (della calcina) piccoli, mettili al sole su per li tetti; e quanto più antichi son questi panetti, tanto più è migliore bianco. 58.

Particella. «Piccola parte.» E togli i peli del mezzo della coda, i più dritti e più sodi, e a poco a poco ne fa’ cotali particelle, e bagnali in uno mugliuolo di acqua chiara, e a particella e a particella gli premi e strigni con le dita. 64.

Partita. «Sorta, Grado, Qualità.» a Se vuoi fare un azzurro, cioè un vestire, nè tutto biancheggiato nè tutto campeggiato, togli di tre o di quattro partite di azzurro oltremarino. 146. — Quando son ben secchi (gli azzurri) secondo le partite che hai, secondo le alluoga in cuoro, o in vesciche, o in borsa. 62.

Pasta. E se le volessi (le santelene) fare pure di pasta, mescolavi minio macinato, cioè la polvere asciutta mescola colla detta pasta. 188.

Pastello. Ben è vero, che (l’azzurro della Magna) con arte, o ver pastello, si vuole ridurre a perfezione. 60.

Pece di nave. Prima togli di questa pece di nave, e bene bogliente ne da’ e imbratta bene il muro. 176.

Pegola. «Pece.» Quando hai fatto questo, togli della medesima pegola, o vero pece, e togli mattone ben secco e nuovo, pesto. 176.

Peli della penna. «Le barbe.» E se di primo tratto non ti viene bene in misura la tua storia o figura, abbi una penna, e co’ peli della detta penna.... frega e spazza sopra quello che hai disegnato, il carbone.

A pelo a pelo. «mod. avv. Precisamente, Nè più nè meno.» Dall’altro capo di