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che si chiama sinopia o ver porfido. Il detto colore è di natura magra e asciutta. 38. — Io vidi vene di più ragioni colori: cioè ocria, sinopia scura e chiara, azzurro e bianco. 45.

Smaltare. Lavorare in muro, bisogna bagnare, smaltare, fregiare, pulire, disegnare, colorire in fresco. 4. — Togli la calcina tua, ben rimenata, a cazzuola a cazzuola, e smalta prima una volta o due, tanto che vegna piano lo intonaco sopra il muro. 67. — Prima e’ sono certi lavorii in moro ritondi, e foglie, che non si può con cazzuola smaltare. 126. — Vedi Arricciato.

Smalto. Ma guarti che non fusse pietra d’azzurro della Magna, che mostra molto bella all’occhio, che pare uno smalto. 62. — È vero che alcuna volta di verno, a tempo di umido, lavorando in muro di pietra, alcuna volta sostiene lo smalto fresco in nell’altro dì. 67. — Vedi Arricciato.

Smeriglio. Poi abbi polvere di smeriglio, e valla (la pietra amatita da brunire) bene acconciando, senza abbi taglio: pure un poco di schiena, ritonda bene ne’ canti. 136.

Smussato. Vedi Riga.

Sommità. E vanne cercando le sommità e rilievi del detto volto bene per ordine. 67.

Sorta. Poi disfà questo cotal pennello, e fanne le sorte, come vuoi far d’ogni condizione pennello. 65.

Sostenere. Ma tieni a mente che la natura sua (del cinabro), non è di vedere aria, ma più sostiene in tavola, che in muro. 40.

Sottiletto. Va’ col pennello tuo sottiletto di vaio su per l’ombre che vedi del disegno fatto. 165.

Sovatto. Allora ti apparecchia un cuscinello grande come un mattone, o ver pietra cotta, cioè un’asse ben piana, confittovi su un cuoio gentile, ben bianco, non unto, ma di que’ che si fa i sovatti. 134.

Spartito. Freddo che è (il gesso), con la punta del coltellino dispartisci un poco di questo gesso dalla impronta. Poi io su questo spartito, soffia bene forte. Ricevi in su la mano la tua figuretta di gesso; e sarà fatta. 187.

Spazzatura. E sappi che questa cotale spazzatura (di gesso raschiato) è fine a trarre l’olio delle carte de’ libri. 121.

dell’oro. Poi togli una penna, e spazza per tutto: e se vuoi ricogliere il detto oro che casca, o vero spazzatura, serbalo: ch’è buono per orefici, o per tua fatti. 151.

Spelare. Poi togli un pennelleto di vaio acuto, e va’ spelando gentilmente su su per li rilievi delle dette capellatura e barba. 68.

Spelatura. Poi va’ raffermando, con un pennello piccolo, con inchiostro puro, tratteggiando le pieghe, i dintorni, nasi, occhi, e spelature di capelli e di barbe. 31.

Spezzatamente. E per lo simile di membro in membro spezzatamente puoi improntare, cioè un braccio, una mano, un piè, una gamba. 185.

Spicchio di colla. Togli uno spicchio di colla dagli speziali, non di pesce, e mettila in uno pignattello in molle in tanta acqua chiara e netta. 46. — Quando la metti (la colla di pesce) al fuoco, mettivi per ogni spicchio, mezzo mugliuolo d’acqua chiara. 108.