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320 | Chi l’ha detto? | [996-997] |
citato in queste pagine. Noi ricorderemo soltanto i più noti degli attributi che i classici scrittori dettero alla eterna città,
996. Roma æterna.1
come la disse Tibullo (Carmina, lib. II, od. 5, v. 23); ma altri la chiamarono anche: Aurea Roma — prima inter urbes — Divûm domus (Auson., Clarae Urbes I); Roma pulcherrima (Virg., Georg., 2, 534); Roma dea terrarum gentiumque (Mart., Epigr., 12, 8); Roma superba (Propert., ed. Tauchnitz, 3, 11, 60); Roma beata (Horat., Od., 3, 29, 11); Roma princeps urbium (Hor., Od., 4, 3, 13); Roma ferox! (Hor., Od., 3, 3, 44); Roma caput orbis terrarum (Liv., Hist., 1, 16); Roma Urbs regum (Cyneae dictum ap. Justin., Hist., 18, 2 10); Roma septemgemina (Statius, Silv., 1, 2, 191); Roma caput mundi (Lucan., Pharsal., 2, 655); Urbs caput rerum (Tacit., Hist., 2, 32); Roma marmorea — ab Augusto relicta (Sveton., Aug., cap. 29). Le parole Roma caput mundi, con l’aggiunta regit orbis frena rotundi, si leggevano in giro alla corona d’oro seminata di gemme che Diocleziano si era fatta a imitazione dei Re di Persia (Gregorovius, Storia della città di Roma nel medio evo, trad, ital., Venezia, 1873, to. III, p. 569, dove si cita come fonte la Graphia aurea urbis Romae). Lo stesso verso è scritto più tardi sulle monete del Senato Romano. Fu poi adoperato da Corrado II (1024- 1039) nelle bolle d’oro e fu mantenuto come impresa del Sacro Romano Impero, con qualche interruzione, sino a Federico III che fu l’ultimo imperatore coronato a Roma.
Roma ispirò Vincenzo Monti, quando alla ombra del trucidato Bassville faceva cantare:
997.
Stolto, che volli coll’immobil fato
Cozzar della gran Roma, onde ne porto
Rotta la tempia, e il fianco insanguinato;
Chè di Giuda il Leon non anco è morto;
Ma vive e rugge, e il pelo arruffa e gli occhi.
- ↑ 996. Roma eterna.