Pagina:Chi l'ha detto.djvu/448

Da Wikisource.
416 Chi l'ha detto? [1239-1241]

l’Arneth (Maria Theresia’s erste Regierungsjahre, 1865, I. Bd., pagg. 299 e 405) sostiene che queste parole non furono mai dette poiché non figurano né nel Diarium diaetale né nelle altre relazioni contemporanee: e neppure è vero che Maria Teresa si presentasse alla Dieta col fanciullo lattante in braccio, poiché questo fanciullo, allora di sei mesi, e che fu poi l’imperatore Giuseppe, si trovava in quei giorni ancora a Vienna. Invece i rappresentanti, dopo che il Primate assicurò Maria Teresa della fedeltà di tutta la nazione, gridarono più volte: Vitam nostram et sanguinem consecramus. Vedasi per maggiori ragguagli il libro del signor Bela di Toth, Mendemondák, a pag. 74.

L’apostrofe a Stefano Montgolfier (1745-1799), inventore degli aerostati:

1239.   Novello Tifi invitto.

sta nella ode a lui diretta da Vincenzo Monti, quel Monti contro cui Ugo Foscolo lanciava un feroce epigramma:

1240.   Questi è Monti poeta e cavaliero
Gran traduttor dei traduttor d’Omero.

al quale epigramma, come è noto, il Monti rispose col seguente:

                    Questi è il rosso di pel Foscolo detto,
                         Sì falso che falsò fino sè stesso,
                         Quando in Ugo cangiò ser Nicoletto,
                         Guarda la borsa, se ti viene appresso.

Letizia Bonaparte, la madre dei Napoleonidi, è detta da Giosue Carducci:

1241.   La còrsa Niobe.

È forse necessario di ripetere qui le due magnifiche strofe, veramente belle di classica grandezza, che il poeta le rivolse nella ode Per la morte di Napoleone Eugenio (nelle Nuove odi barbare) e dove appunto così chiamolla?

Delle molte frasi napoleoniche, più o meno autentiche, una delle più note sono le famose parole: