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482 | Chi l’ha detto? | [1422-1424] |
1422. La prima delle cose necessarie è di non spendere quello che non si ha.
«Massimo D’Azeglio quando cessò d’esser ministro, vendette i suoi cavalli, credo a differenza di molti altri che in simile contingenza li avranno comprati. Probabilmente la figliuola espresse rammarico di ciò al padre, e questi le rispose: — Quanto ai cavalli, è verissimo che m’è stato un po’ duro il separarmene. Perchè avevamo passate insieme molte avventure, m’avevano servito con molto zelo, e s’erano sempre condotti da cavalli onorati e dabbene. Ma ho dovuto mettere in pratica il precetto che davo a te, quando spendevi più del tuo assegno mensile e mi dicevi: Ma.... io compro delle cose che sono necessarie. Ed io ti rispondevo, che la prima delle cose necessarie è di non spendere quello che non si ha. Ora io non avendo più lo stipendio di ministro, se spendessi in cavalli spenderei quel che non ho; e farei come molti che sono buoni a predicare agli altri, ma non a mettere essi in pratica la predica. Del resto non mi dichiaro vittima per questo, e penso che ci sono molti che mi valgono e che stanno peggio di me.» (Faldella, Salita a Montecitorio: I pezzi grossi, pag. 111).
Talora è opportuno di tener presente anche le parole dell’arguto francese:
1423. Pour s’établir dans le monde, on fait tout ce que l’on peut pour y paraître établi.1
Ma soprattutto non dimenticate quella massima di filosofia spicciola e pratica che è racchiusa nella frase di un aureo libro:
1424. De duobus malis, semper minus est eligendum.2
lib. III, cap. XII, v. 6).