Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/162

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capitolo terzo 155

per poter stringere i freni ad ogni occorrenza. «Di certo, col pretesto di tendenze offensive dirette ed indirette, tendenti a rendere odiosi gli atti e le persone del Governo (erano le parole della logge) i censori avrebbero potuto proibire ogni scrittura, che non fosse lodativa degli atti e degli uomini del Governo; ma l’obbligo di darne in iscritto le ragioni era un freno, e le leggi oscure ed equivoche si allargano o restringono secondo i tempi; si che questa potea credersi sarebbe con molta larghezza interpretata, correndo tempi a libertà non avversi. Molti alzarono la voce contro l’editto: l’Orioli e l’Azeglio lo difesero; il primo come buono, l’altro come accettabile»1. Difesero la legge altresì l’abate Zanelli nel giornale l’Educatore e il Felsineo di Bologna, compilato dal Minghetti, dal Montanari, dal Marchetti ed altri valorosi uomini di parte moderata; mentre, dall’altro lato, la biasimarono lo Sterbini ed il Dragonetti2.

Intanto l’opinione che il Pontefice era circondato, come era vero, checchè ne dicano in contrario il De Saint-Albin, lo Spada e altri storici faziosi, da nemici delle riforme, era talmente penetrata negli animi della grande maggioranza della popolazione che, allorquando Pio IX si recò con pompa ufficiale il 25 marzo 1847 alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva, una moltitudine immensa, acclamandolo freneticamente, gridava insistentemente: Viva Pio IX solo! Viva Pio IX solo!

È accertato e fuor di dubbio che Ciceruacchio si segnalò per attività febbrile in quel giorno, conducendo più volte le sue squadre di Trasteverini, di Monticiani e di Regolanti, per scorciatoie, sul cammino percorso dal Papa, per fargli udire più clamoroso quel grido: Viva Pio IX solo!3

Il giorno di Pasqua, 4 aprile, nuova imponente dimostrazione al Quirinale.

Nell’aprile fu aperto il «Circolo romano, un’unione di spettabili cittadini d’ogni ordine, dove i soci convenivano per leggere i giornali ed intrattenersi conversando con gli amici in onesta brigata, così come nelle italiane città è in usanza.


  1. G. La Farina, op. cit., vol. II, lib. III, cap. II.
  2. G. Spada, op. cit., vol. I, cap. XII.
  3. Lo stesso, op. cit., vol. I, cap. XII.