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190 il corano,


16.  Salomone fu l’erede di Davidde; disse: O uomini! ei è stato appreso a comprendere il linguaggio degli augelli, e siamo stati ricolmi d’ogni sorta di cose. Ciò è un favore evidente (di Dio).

17.  Un giorno le schiere di Salomone, composte di genj, e d’uomini, si radunarono dinanzi a lui, ed anche gli augelli; tutti disposti separatamente.

18.  Quando tutto questo corteggio arrivò alla valle delle formiche, una d’esse disse: O formiche! rientrate nelle vostre tane, per timore che Salomone, e le sue schiere non vi calpestino per inavvertenza.

19.  E Salomone sorrise a queste parole della formica, e disse: Signore! fa che io ti sia riconoscente per i benefizi di cui hai colmato me ed i miei padri; fa che pratichi il bene per piacerti, ed assegnami una parte della misericordia di cui fai dono ai tuoi servi virtuosi.

20.  Egli passò in rivista gli augelli, e disse: Perchè non veggo qui l’upupa? perchè manca?

21.  In verità, le infligerò una punizione severa; l’ucciderò, a meno che non m’adduca una qualche scusa legittima.

22.  Infatti essa non restò molto tempo a venire, e disse a Salomone: Ho appreso ciò che tu non sai; io vengo da Saba con notizie positive.

23.  Ho trovato una donna che regna sugli uomini; ella possiede ogni sorta di beni, ed ha un gran trono.1

24.  Ho veduto ch’essa, ed il suo popolo adoravano il Sole a fianco di Dio: Satana lor fece credere belle le loro opere; li ha distolti dalla vera via, di modo che non son diretti,

25.  E non adorano quel Dio che fa vedere chiaramente i segreti dei cieli, e della terra, che conosce ciò che tenete nascosto, e ciò che mettete al pubblico;

26.  Il Dio unico possessore del gran trono.

27.  Vedremo, dísse Salomone, s’hai detto il vero o mentito.

28.  Vanne con questa mia lettera; consegnala, e poniti in disparte; sentirai cosa risponderanno.

29.  (L’upupa partita recò la lettera. La regina disse) ai grandi del suo regno: Signorí, vengo di ricevere una lettera onorevole.

30.  Questa è di Salomone, eccone il contenuto: In nome di Dio clemente, e misericordioso,

31.  Non vi sollevate contro di me; venite piuttosto a me, abbandonandovi intieramente (a Dio).2

32.  Signori, disse la regina, consigliatemi: io non deciderò niente senza di voi.

33.  Noi siamo forti, e da intimorire, risposero, ma spetta a te il dare gli ordini; tocca a te a decidere ciò che vorrai comandarci.

34.  Quando i Re entrano in una città (disse la Regina) devastano, e fanno de’ suoi più considerevoli cittadini i più miserabili. E così che agiscono.

    di grillo che gli fu offerta da lei, tutto ciò fornisce agli autori orientali un interminabile soggetto di paragoni, e di allusioni. Maometto, che ha preso dai racconti ebrei le meraviglie dell’istoria di Salomone, non sa nulla de’ suoi traviamenti che lo fecero cadere nell’idolatria. Ved. cap. 38, vers. 33. Forse il profeta arabo ha creduto sopprimere, nell’interesse del culto ch’ei predicava, l’istoria della caduta d’un principe così celebre per la sua saviezza. Ved. cap. 34, vers. 11, 12, 13.

  1. Secondo i maomettani, il nome di questa regina di Saba era Balkis. Il trono di cui si parla era d’oro o d’argento, lungo 80 misure (braccia dalla mano fino al gomito) largo 40, ed alto 30. Era ricoperto d’una corona di perle, e pietre preziose.
  2. Le parole abbandonarsi a Dio le adottiamo piuttosto che a me, perciò si potrebbe tradurre: Fatevi musulmani. Abbiamo fatto osservare altrove che Maometto cercava di collegare i suoi dogmi con quei degli antichi profeti d’Israele.