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202 frammenti letterari

che anche oggi si legge con aviditá, si divora da un capo all’altro. La Didone virgiliana è sfumata. Le reminiscenze classiche sono soverchiate da impressioni fresche e contemporanee. Sotto nome di Didone qui trovi l’Armida del Tasso, messa in musica. La donna olimpica o paradisiaca qui cede il posto alla donna terrena come l’ha abbozzata il Tasso in questa delle sue creazioni la piú popolare, una vera orchestra da cui scappan fuori i piú varii e concitati suoni della passione femminile, tenerezze, malizie, smanie, furori. Ma è un’Armida col comento della Bulgarelli, alla cui ispirazione appartengono i momenti comici, penetrati in questa natura appassionata, com’è nella scena della gelosia, applauditissima alla rappresentazione. Una Didone cosí fatta non ha niente di classico; qui non ci è Virgilio e non ci è Sofocle; tutto è vivo, tutto è contemporaneo. La passione dell’Armida cartaginese non ha semplicitá e non ha misura, e nella sua violenza rompe ogni freno, ogni decoro. Se in Didone fosse eminente il patriottismo, il pudore, la dignitá di regina, l’amore de’ suoi, la pietá verso gl’Iddii, se in lei fosse piú accentuata l’eroina, il contrasto sarebbe drammatico, altamente tragico. Ma l’eroina c’è a parole, e la donna è il tutto: la passione, unica dominatrice, diviene come una pazzia del cuore, cinica e sfrontata sino al grottesco, e scende tutte le scale della vita sino alle piú basse regioni della commedia. Al buon Pindemonte dánno fastidio alcuni tratti comici, e non vede che sotto forme tragiche la situazione è comica, sicché se in ultimo Enea si potesse rappattumare con l’amata, sarebbe il dramma con lievi mutazioni una commedia. E non giá una commedia costruita artificialmente, ma colta dal vero, perché è in fondo la donna, come poteva esser concepita in quel tempo, ispirata dalla Bulgarelli e da quel pubblico nell’anima conforme del poeta, e contro le sue intenzioni e senza sua coscienza. A Metastasio che voleva fare una tragedia, dire che aveva partorito una commedia, gli sarebbe parsa una bestemmia. Il comico è in quei si e no della passione, in quei movimenti subitanei, irrefrenabili che scoppiano improvvisi e contro l’aspettazione, nell’irragionevole spinto sino all’assurdo, negl’intrighi e