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triboulet 26i

Orazio e Triboulet! Come è potuto venire in capo a Saint-Marc Girardin di pormi allato due personaggi cosí diversi? Chi è avvezzo a guardare nei personaggi la loro individualitá poetica, veggendo questo strano paragone, non può tenersi dal riso, con tutta la riverenza che si dee al critico francese.

Il sostanziale di un personaggio non è nel sentimento, ma nel carattere. Il sentimento, l’intelligenza, la forza, ecc., sono un lato solo dell’uomo, l’uomo di profilo; il carattere è tutta l’anima, sentimento, intelligenza, istinto, qualitá fisiche e morali, non astratte e scisse, ma determinate ed individuate: il carattere costituisce l’individualitá, la personalitá. Il sentimento dunque prende qualitá dalla natura dell’individuo nel quale si trova, e non ha niente di fisso e d’immobile. Francesca, Giulietta, Antigone amano tutte e tre; e la bellezza di queste creazioni è posta non nelle qualitá generali dell’amore, non in quello che esse hanno di comune, ma in quello che hanno di proprio, cioè nel loro «carattere»: a questo solo patto sono esse creature o persone poetiche. Un critico che, veggendosi un individuo davanti, mi dice che esso rappresenta il tale e tal sentimento, con gli stessi caratteri fissi che ha in tutti gli esseri poetici, mi cancella l’individualitá e me la riduce a specie, cioè a dire distrugge la poesia, smembra la vita. Quando i lanzichenecchi si avvicinano a Lecco, tutti sentono paura, gli abitanti in genere, e poi don Abbondio, Perpetua, Agnese. Ma questo sentimento diviene poetico, perché s’individua, e quindi si diversifica nei tre personaggi. Udite un maestro di retorica:

— Fatemi un lavoro sull’amicizia, sull’onore, sulla paura, ecc.: immaginate un personaggio qualunque, e rappresentate in lui i fenomeni e i caratteri dell’amicizia, dell’onore, della paura, ecc.

— Molti maestri oggi dánno de’ temi su questo andare; è il difetto capitale del Bartoli, che lavora non di rado sopra l’astratto e dá nel retorico; è la conclusione pratica a cui mena la teoria del Girardin. Ma il Manzoni, in luogo di studiare le proprietá della paura e rappresentare lo stesso sotto tre nomi diversi, ha avuto innanzi tre individui, tre anime, tre caratteri, e tutto nella sua stupenda esposizione vive e si muove. La