Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/37

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«beatrice cenci» di guerrazzi 3i

mie, non sappiamo se piú stolte o piú turpi, noi ci domandiamo trasecolati di dove ècci piovuto quest’uomo; e ci sentiamo talora tentati a crederlo fuori di cervello e fuggito dall’ospedale de’ pazzi. Francesco Cenci ci comparisce dinanzi quando la sua malvagitá è scompagnata di ogni grandezza, di ogni passione, di ogni rimorso; quando non è piú in lui, né fuori di lui alcun contrasto che dia rilievo a ciò che è in lui grande. Le sue geste sono: incrudelire nella famiglia, far cadere in qualche trabocchello alcun malandrino, seminar zizzanie e scandali, tendere insidie ed ordire intrighi; Francesco Moor a petto a lui è un eroe. Ricchissimo, potentissimo, circondato di satelliti, non è mai che alcuno si attenti di farli contrasto; ed a vederlo braveggiare ad ogni tratto e lanciar grandi frasi, ti par proprio un sozzo vecchio corrotto e depravato che si diletti di spaventar la sua donna con racconti incredibili di quotidiane libidini. Un assassino ha pure la sua poesia, quando si gitta disperatamente a morire tra le armi soldatesche; a lui manca pur questa volgare grandezza. Uno scellerato è tollerabile in un lavoro artistico, quando ci desti per alcun suo lato un’ammirazione mista di terrore; e possiamo recarne ad esempio’ Riccardo III, Jago, Egisto, Macbeth, Filippo, il Corsaro di Byron. Che cosa ammireremmo in Francesco Cenci? Forse le sue vanterie? o la sua pedanteria? o le sue bestemmie? o l’astuzia? Forse l’aver bene avviato un ratto? o l’aver fatto morir un pover’uomo arso vivo? e messo male tra marito e moglie? e fatto cascar nella rete Olimpio? e adescato al male un semplice prete? Scendiamo ad un particolare. Il Cenci vuol sedurre la figliuola, pervertendo in lei ogni senso morale. Ciascuno ricorda la mirabile scena di Alfieri, nella quale Egisto induce al delitto Clitennestra: Egisto per profonda conoscenza del cuore umano e per satanica malizia ci si mostra emulo di Jago. Ma il Cenci è un seduttore assai novizio nel mestiere. Egli confida tanto nella sua eloquenza, che non reputa necessario di dare alla figlia lezioni quotidiane. Spia il momento opportuno. Ed in chiesa, con avanti la bara del figliuolo ucciso da lui, quando Beatrice, accusandolo altamente, chiama sul suo capo la vendetta di Dio, momento opportunis-