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332 saggi critici

di rannodare cioè le sue membra. «Alcuna provincia, egli diceva, fu mai unita e felice se la non viene tutta nell’obbedienza di una repubblica o di un principe.» In questo rimpiangere per l’Italia la mancanza della virtú di costituirsi è l’intuizione del concetto unitario nazionale. E qui viene una parte bella, quella che diremo l’utopia di Niccolò Machiavelli.

— L’ Italia, egli diceva, non è nazione; perciò è calpestata dallo straniero. Può essa divenirla? Vi ha nelle membra la materia acconcia a costituirla. Specchiatevi nei duelli dei pochi, dove trovate il valore individuale. — Ci è in questa materia il concetto dell’unitá? — No, egli soggiunge, ma vi ha un sentimento che ne fa le veci. — Lo straniero allora era qualche cosa di vivente, e lo si vedeva dovunque. Vi ha dunque qualcosa contro cui deve concordemente traboccare l’odio italiano; e questo qualcosa è appunto lo straniero. Allora Machiavelli fantastica se mai vi sia qualcuno che possa innalzare la bandiera contro lo straniero e chiamare a raccolta tutti gli oppressi. Vi era nella sua mente qualcuno, a cui egli pensasse per questa impresa? Volgare investigazione storica! Allora in Italia di paesani non vi erano che i Medici, cosí a Roma come a Firenze.

Machiavelli diceva: — Quando i tempi sono corrotti, si presenta nella storia un grande uomo a compiere la redenzione dei popoli — . E rammentava Ciro, Mosé e altri grandi. Quale sará il Ciro italiano? E qui dava libero corso alla sua fantasia fino a divenir poeta e cantore di questa idea, conchiudendo coi noti versi del Petrarca: «Virtú contra furore, etc.».

Machiavelli parlando tre secoli fa, si espresse con colori cosí vivi che le sue parole sembrano fresche e moderne. — Per vedere, egli dice, la virtú d’un grande spirito italiano, era mestieri che l’Italia cadesse nella miseria in cui giace. Ora ella ricerca chi possa essere quegli che ponga rimedio alle sue piaghe. Essa vedesi disposta a seguire tutta unita una bandiera, quando vi sia uno che la levi.

Né posso esprimere con quale amore ei fusse ricevuto in tutte quelle provincie che hanno patito per queste illusioni esterne; con qual sete di vendetta, con che ostinata fede, con che pietá, con che lacrime! . . . — .