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Metastasio fu l’ultimo poeta della vecchia letteratura, Parini fu il primo poeta della nuova. Pittore inconscio di una societá aristocratica e feudale nelle apparenze e ne’ modi, ma intimamente corrotta, oziosa, femminile e volgare, materia idillica, elegiaca e comica sotto veste eroica, Metastasio sul suo trono di Vienna era inconscio spettatore di una trasformazione sociale e letteraria, che portava diritto alla rivoluzione.

Centri attivi di questa trasformazione erano Napoli, Venezia, Torino, e soprattutto Milano. A Napoli l’attivitá speculativa da Telesio innanzi non era mancata mai, e vi si era formata una scuola liberale, che aver, per materia la quistione giurisdizionale tra la Chiesa e lo Stato, e si andava allargando a tutte le utili riforme economiche e civili; si che quando gli scrittori francesi vi si affacciarono, trovarono gli spiriti giá educati e disposti a ricevere le nuove idee, e se ne fecero interpreti calorosi Filangieri, Pagano e Galiani. Si andava cosí elaborando un nuovo contenuto in una forma piena di brio e di movimento, in linguaggio vivo e spiritoso. Farse, tragedie, commedie, orazioni, dissertazioni, prediche, trattati, sonetti, canzoni, tutt’i generi della vecchia letteratura vi continuavano la loro vita meccanicamente senza alcun segno di movimento nel loro interno organismo: erano un mondo di convenzione accolto con applausi di convenzione. Il sentimento letterario, errante tra il voluttuoso, l’ingegnoso e il sentimentale, ciò che