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ugo foscolo 93

individui, ma nell’etá tarlata dalla riflessione non altro che illusione, una idea, profanata e contraddetta nella prosa della vita. Questa sua Teresa finita sotto i baci di Odoardo è come la Venezia della sua mente finita in braccio all’Austria, o l’Italia «prostituita, premio sempre della vittoria», nelle braccia del più forte. Anche Teresa è una Laura o Beatrice cavata dal paradiso, e profanata dalla realtá. La creatura di Dante diviene la creatura di Odoardo. Concezione profonda e nuova, che, se l’autore avesse avuto un senso piú sviluppato del reale, potea davvero generare una storia o un romanzo, divenire prosa. Ma, come Venezia e come Italia, cosí Teresa non ha virtú di resistenza e si rassegna gemendo, e innanzi al cadavere di Jacopo cade tramortita tra le braccia di Odoardo. Sono ideali morti, vivi solo nell’anima resistente di Foscolo, perciò còlti non in mezzo a quella loro profanazione, ma nella loro verginitá. Teresa non è qui la sposa di Odoardo, un ideale calato e modificato nelle particolaritá della vita com’è la Carlotta di Goethe: è un ideale gemente, destinato alla profanazione, conscio e rassegnato, a cui neppur le labbra di Jacopo possono comunicare il calore della resistenza. Ci è un fato superiore, quel complesso di convenienza e di usi e di violenze sociali, che dicesi la prosa, che profana Teresa e schiaccia Jacopo. Se Foscolo potesse guardare in questa realtá e rappresentarla, non sarebbe Jacopo, non sarebbe il suicida; ma chiude gli occhi, e ama meglio sognare, starsene con la sua immaginazione e foggiare Laura e Beatrice nella piena coscienza di una prosa invadente, ch’egli non osa guardare né in sé stessa, né nella sua contraddizione con quegl’ideali. Beatrice e Laura sono ideali pieni e concreti, perché chiudono in sé tutto il Medio evo; sono la donna in quel primo stato di formazione come apparisce a popoli giovani. Teresa è lo stesso ideale, spostato, collocato nel mondo moderno, di cui non ha l’intelligenza e il sentimento, perciò impotente ad entrarvi e rimasto ideale da scuola. Il centro di questa vita cosí raggiante nella sua idealitá, cosí povera nella sua realtá, è una reminiscenza di Francesca, galeotto il Petrarca. Come Teresa, cosí Jacopo