Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/100

Da Wikisource.
94 saggi critici

è colto nella sua idealitá piú esaltata, dirimpetto ad un mondo che la nega. La differenza è questa, che Teresa entra in quel mondo gemente e rassegnata; Jacopo lo respinge da sé, e si chiude nella solitudine del suo pensiero, e in questa consunzione interna trova la morte. L’amata, l’amico, la madre, la bella natura, la patria, la gloria lo tirano talora dalla sua solitudine, lo invitano a vivere; ma non è se non per rigettarlo con piú violenza tra le sue riflessioni e i suoi fantasmi. Una situazione cosí esaltata nel suo lirismo non può troppo protrarsi senza che la diventi monotona e sazievole. Talora anche il lettore lascia il povero Jacopo tutto solo con le sue riflessioni, non può andare innanzi. Quella scala di lamenti, di maledizioni e di riflessioni gli pare non finisca mai, e quasi quasi desidera che poiché ha a morire faccia piú presto. Una situazione cosí tesa fin dal principio potea dar materia ad un canto, come è la Saffo; non se ne potea cavare un romanzo, se non stirandola e riempiendola di accessorii fortuiti, non generati intrinsecamente dal fatto Dove non è generazione, è stagnazione. Nel Werther c’è qualche cosa nell’anima che si move, si forma, si sviluppa, con un progresso fatale: c’è tutta una storia psicologica. Qui Jacopo è dal principio all’ultimo nella situazione esaltatissima del suicida, una specie di delirio con rari intervalli. Sicché sotto le apparenze piú concitate senti la palude, l’acqua morta. E piú si va innanzi, piú questo sentimento si aggrava.

Se da una situazione cosí lirica non potea uscire un romanzo, potea tanto meno uscirne una prosa e quella prosa naturale e semplice che Foscolo vagheggiava. Perché a essere vera prosa semplice e naturale non basta sciogliere i periodi, sopprimere i legami, tagliare le idee medie, cacciar via le parentesi, gittar giú tufo il peran^e bagaglio della prosa letteraria. Questo non che lavoro nega ivo. A quella prosa boccaccevole e pedantesca Foscolo ha sostituita una prosa poetica, che nel suo andamento asmatico e saltellante manca di tono e di gradazione, perché manca di analisi, e riesce povera e monotona fra tanta esagerazione di colorito. Niente è piú lontano dal semplice e dal