Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/202

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i96 saggio critico sul petrarca


cacci l’amorosa; ma quando indica un cuore esausto, il raffreddamento delle passioni e l’impero della tranquilla ragione, è la fine della poesia. Il Petrarca giugnerá a questo punto: verrá tempo che Laura sparirá, e dará luogo alla Vergine. Ma ora è troppo presto, il suo cuore ancora caldo è pieno di Laura; la maledice e, appunto perché la maledice, sentite che gli sta fitta nel cuore come uno strale. Se guarda nel cielo, guarda per cercarvi Laura.

Questo cielo del Petrarca è per ora non l’annullamento, ma la santificazione della passione, la trasfigurazione di Laura. Finora gli si è presentata come morta; lamentata, cercata in vano tra pianti e gemiti. Ora ei la trova in cielo: — Ella vive, ella parla, ella mi ama — . Non è piú solo; e quando può vederla, intrattenersi con lei, si sente felice. Talora l’immaginazione non ha la forza di figurarsela; ed al poeta tutto s’annebbia, come se fosse morta un’altra volta, come se un’altra volta l’universo fosse morto con lei (son. LXXXVII):

                                         Nel tuo partir partí del mondo Amore
E Cortesia, e ’l Sol cadde dal cielo,
E dolce incominciò farsi la Morte.
     
Allora ripiglia i lamenti con nuova lena, e la chiama con un ardore di preghiera, che nessuno mai cosí calda ed affettuosa ha volto a Dio (son. XXXVII; son. LXVIII).
                                         Anima bella, da quel nodo sciolta
Che piú bel mai non seppe ordir Natura,
Pon dal ciel mente alla mia vita oscura.
Da si lieti pensieri a pianger volta...
     Mira ’l gran sasso donde Sorga nasce,
E vedravi un che sol tra l’erbe e l’acque
Di tua memoria e di dolor si pasce.

     Tu che dentro mi vedi, e ’l mio mal senti,
E sola puoi finir tanto dolore,
Con la tua ombra acqueta i miei lamenti.