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2i6 saggio critico sul petrarca


sumata dal Tempo, destinato esso pure a sparire nell’eterno presente dell’altra vita. Ecco i sei stati della vita umana. Ma come si fa a rappresentarli? Il poeta non può rappresentare direttamente il generale, ed in ciò è distinto dal filosofo. Il suo uffizio è di cogliere la vita nella sua integritá; non analizzarla, non classificarla, non generalizzarla; di coglierla come si offre al senso, all’immaginazione, al sentimento. Ben può rappresentarla, come la ragione e la riflessione filosofica l’hanno interpretata, ma a patto, che, posta quella interpretazione, ne esprima le impressioni sull’immaginazione e sul sentimento, a quel modo che ha fatto Leopardi, e che non fanno i suoi imitatori. La materia del poeta è perciò l’individuo, questo o quello, tale e tale cosa, ma di modo che il lettore nel particolare sorprenda il generale. Cosi Dante ha rappresentato gli stati della vita umana nei tre regni dell’altro mondo, in una concreta individualitá; e ci ha dato perciò più che un’allegoria; ci ha dato una vera rappresentazione individua, che sta da sé, e da sé produce tutti gli effetti poetici. Il Petrarca ha rappresentato gli stati della vita in sé stesso, nelle sue proprie illusioni e passioni; e quando ha voluto uscirne, quando ha concepito la vita nella sua generalitá, costretto pure ad individuare, non gli e rimaso altro che allegorizzare. Ha immaginato dunque sei figure allegoriche, corrispondenti a’ sei stati della vita, l’Amore, la Castitá, la Morte, la Fama, il Tempo, la Divinitá. Abbandonato dal sentimento, in balla della riflessione, ha fatto di ciascuna figura la trionfatrice della precedente, si che la Castitá trionfa dell’Amore, la Morte di tutt’e due, la Fama della Morte, il Tempo della Fama, e la Divinitá del Tempo: un gran concetto seicentistico, e piuttosto una gran freddura, che ha chiamato i Trionfi. Né crediate giá che quelle figure sieno vere persone, né che quelle vittorie sieno vere battaglie. Figure e trionfi, sono semplici nomi; e dove pur talora ci è qualcosa di piú determinato, gli è allegoria o sentenza. Che interesse, in fé vostra, potete prendere per mere astrazioni, a cui il poeta indarno s’è studiato di dare un’apparenza d’individualitá? Amore, che, eminente su d’un carro, come i vittoriosi capitani di Roma, trionfa