Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/237

Da Wikisource.

xii. conchiusione 23i


è uno scontento, una malinconia, che, palliata dalla forza giovanile, da speranze e illusioni, all’ultimo si scopre male irrimediabile, il male proprio della lirica spiritualista, che è ad un tempo il suo genio: l’arte del Medio evo è essenzialmente malinconica. Anche nel paradiso di Dante, in mezzo all’eterna beatitudine, senti non so che scuro e vago, che ti annunzia un paradiso gotico; non sai come, allato a tanta luce, ti par di vedere delle grandi ombre: effetto nato dalla energica singolaritá della forma, che o ti ruba i contorni, o te li offre risentiti e crudi. Il Petrarca ha domato questo fondo gotico, lo ha decorato ed illuminato, a guisa di un bel tempietto greco. La sua malinconia non è né profonda, né straziante; perché né scende abbastanza in seno alle contraddizioni, né dimora troppo nello strazio di esse; anzi s’affretta ad uscirne. Rare sono le poesie, in cui ti ponga di rincontro le diverse forze che stirano l’anima; e, se lo fa, ci senti piuttosto riflessione astratta, che angoscia di passione. Il piú spesso sente il bisogno di liberarsi provvisoriamente da quella stretta, seguendo una di quelle correnti: dico provvisoriamente, perché egli medesimo sa che indi a poco un altro flutto l’aspetta. Onde è che nelle sue poesie trovi meno l’inquieta e rigogliosa energia dell’orgoglio, pronto al combattere, che l’abbandono e il rilassamento d’un’anima tenera. Ha potuto cosí dare alla sua malinconia una melodia, una grazia, una misura, una chiarezza semplice ed elegante, senza esempio in tutto il Medio evo. È un malato assiso con tanta grazia, abbigliato con tanta eleganza, che, a guardarlo con quel suo sorriso amabile, ti viene talora il sospetto, non sia forse un malato da scena.

Sarebbe un lavoro importante seguire nella storia della poesia moderna i progressi e le forme di questa malattia, combattuta sempre, e rinascente piú forte, come una maledizione fatale attaccata allo spirito moderno. Troveremmo poesie piú patetiche e piú profonde, sentimenti di mano in mano piú umani e piú reali, ma non sempre con vantaggio dell’arte. Il Petrarca nelle maggiori tensioni dell’anima non dimentica mai d’essere artista: come Cesare muore con decoro, egli piange con