Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/253

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nota 247


rispettivamente con le sigle Co, T, G le edizioni del Cortese, del Tenconi e del Gallo; mentre useremo le sigle R per le parti pubblicate anticipatamente in rivista («Nuova Antologia» e «Politecnico»); e Ms per le pagine superstiti del manoscritto.

Non abbiamo tenuto conto delle antologie desanctisiane nelle quali sono riprodotti brani del Saggio, perché anche quando si tratta di scelte scientificamente pregevoli non apportano nessun elemento filologicamente utile. Altra considerazione merita tuttavia la Scelta di scritti critici di F. D. S. a cura di Gianfranco Contini, Torino, Unione Tipografico-editrice Torinese, 1949. Il Contini, pur riconoscendo non irreprensibile l’edizione del Cortese, l’ha generalmente seguita nella sua scelta. Cosi ha fatto anche per il capitolo V del Saggio e per la Nota all’Introduzione, salvo che egli ha restaurato la lezione di P e S «l’epigramma» in quella proposta dal Croce e seguita da noi: «il madrigale» (p. 88, r. 34). Ma per l’Introduzione su La critica del Petrarca il Contini ha tenuto conto della prima stampa nella «Nuova Antologia» e dei Nuovi saggi critici (ed. i879). Indichiamo l’edizione del Contini con la sigla Cn.


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Resta ora da dire brevemente dei criteri seguiti nella nostra edizione.

Abbiamo, innanzi tutto, inteso di riprodurre con la maggiore fedeltá S, e dalla collazione di Ms, P, R, Ns. non abbiamo tanto inteso di ricavare un elenco di varianti quanto gli elementi utili per perfezionare il testo di S, riducendo al minimo gli interventi congetturali e le correzioni. Oltre ad adottare i principi fissati da Luigi Russo nella sua edizione dei Saggi critici circa i plurali in -ii, l’uso incerto di j consonantico e di i, ecc., abbiamo rispettato gli usi oscillanti dell’autore. Cosi, secondo S, abbiamo dato: «lacrima» e «lagrima»; «de’» e «dei»; «ne’» e «nei»; «diritto» e «dritto»; «contraddittorio» e «contradittorio»; «rimaso» e «rimasto»; «giovine» e «giovane»; «oblio» e «obblio»; «sopratutto» e «soprattutto»; «aver» e «avere»; ecc. E altrettanto abbiamo rispettato le forme arcaicizzanti o poco usate che il D. S. predilesse, come «avoltojo»; «riempiere»; ecc. Nell’uso della punteggiatura ci siamo attenuti il piú possibile al D. S., il quale non abusò di virgole, punti e virgola, doppi punti, per la natura stessa del suo dettato, conservante il calore dell’improvvisazione. Il Croce,