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28 saggio critico sul petrarca


Ebbe una squisita sensibilitá. La quale è facoltá volgare, quando non lascia alcun durabile vestigio al di dentro. Tutti riceviamo giornalmente delle impressioni, che giungono e passano. Ma quando scuote tutta l’anima e la costringe a manifestar le sue forze, hai una differenza non solo di grado, ma di qualitá: la sensibilitá diviene sentimento. E, quando giunge fino all’oblio, alla concentrazione in una cosa sola di tutte le nostre potenze, il sentimento, sospinto alla sua cima, diviene entusiasmo. Il Petrarca ebbe un’anima facile alle impressioni, che s’innalzò in certi casi sino al sentimento, sino all’entusiasmo.

Il sentimento è indizio d’animo superiore. Il volgo ha sensazioni, non ha sentimenti. Perché la natura ci dá facoltá proporzionate ai nostri bisogni, la comune sensibilitá basta alle anime povere; ma quando le impressioni vanno a ferir le anime elette, le fanno lungamente risonare e vi accendono una fiamma, che o consuma l’esistenza, o dee farsi via. Ne’ filosofi, questo incendio interiore si calma con la meditazione; negli uomini di azione con l’azione. II Petrarca non fu né filosofo né uomo d’azione: fu poeta. L’immaginazione fu la sua facoltá dominatrice. La vita non ebbe per lui esistenza che nel suo spirito. Le impressioni operavano immediatamente, e lo rendevano inetto all’osservazione esatta e tranquilla del mondo esterno. Perciò tendeva non a fare di sé uno specchio della natura, come fu detto di Goethe, ma a fare della natura il suo specchio. Questa tendenza subbiettiva gli toglieva in gran parte il senso della realtá, e gliela rendeva trasmutabile secondo la varia onda delle impressioni. Il che lo avrebbe fatto infelicissimo, se la sua immaginativa avesse avuto tanto potere sopra dí lui, da costringerlo a dare ai suoi sogni un valore sostanziale, come fu del Tasso, e, appresso, del Leopardi, non solo poeti, ma personaggi poetici. Il Petrarca sogna e sa di sognare, rimane nel limite dell’immaginazione, non giunge sino all’azione; il che, se è bastante a farne un poeta, non basta a farne una schietta natura poetica. Non ci è proporzione tra la sua immaginazione e il suo carattere: sogna piú di quello che vuole; e, mentre le cose gli si presentano in immaginazione,