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38 saggio critico sul petrarca


                                         Ballata giovanzella.
Dirai a quella che ha bionda la trezza,
Ch’Amor per la sua altezza
M’ha comandato sia servente d’ella.
     

Il poeta dice che la gentilezza, cioè la nobiltá dell’animo, nasce per virtú della donna; lascia la cura all’Amore di descrivere le sue bellezze, ch’egli non sa; si professa servo dell’Amore e della Dama, e si pavoneggia della sua servitú. Queste idee sono il luogo comune de’ trovatori, espresse in generale con rozza semplicitá, non senza grazia. Ma i poeti colti, volendo mostrar dottrina e ingegno, e non sapendo uscir del luogo comune, assottigliano e raffinano. Lapo Gianni si contenta di dire che gentilezza nasce dall’amore. Guido Guinicelli ricama intorno ad esso solo questo pensiero tutta una canzonetta: la quale si può ridurre a questo verso:

                                    Amore e cor gentil son una cosa.      
Il poeta accumula ingegnosi paragoni ad esprimere questa medesimezza:
                                         Al cor gentil ripara sempre Amore.
Siccome augello in selva alla verdura:
Né fe Amore anti che gentil core.
Né gentil core, anti che Amor, Natura.
Che adesso com’fu il Sole,
Si tosto fue lo splendor lucente,
Né fu davanti al Sole.
E prende Amore in gentilezza loco
Cosí proplamente,
Come il calore in chiaritá di foco.
     
E segue in su questo andare, con ostentazione di acutezza e raffinamento. Vi si mescola la dottrina, vedi il poeta salire in Parnaso con un Aristotile in saccoccia. Di tal natura è la canzone di Guido Cavalcanti sull’Amore: irta di vocaboli e con-