Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggio critico sul Petrarca, 1954 – BEIC 1805656.djvu/49

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ii. il petrarchismo 43


d’immaginazione ed ora sottigliezza di riflessione. Ama le sentenze e a chiuderle in un verso: e centinaja ne sono rimasti nella memoria de’ lettori, che si applicano a proposito ed a sproposito in tutte le occasioni. — Qual è il miglior verso del Petrarca? — , dimandava uno sciocco; ed il Tasso, di rimando:

                                    Infinita è la turba degli sciocchi.      
Un altro, deridendo la povertá del Tasso, dicea:
                                    Povera e nuda vai, filosofia.      
E il Tasso di rimando, con un verso dello stesso Petrarca, che viene immediatamente appresso:
                                    Dice la turba al vii guadagno intesa.      
Questi versi sentenziosi, staccati dal rimanente, sono come una bella melodia di una cattiva musica; il verso si ricorda, la poesia è dimenticata. Un retore, in luogo di dire Italia, dirá:
                                                             il bel paese,
Ch’Appennin parte, e ’l mar circonda e l’Alpe.
     
Di qual sonetto o di qual canzone la parte questo? nessuno lo sa. Vuol uno dire che sta in dubbio? dirá:
                                    Né si, né no nel cor mi sona intero.      
Vuol uno far l’elogio di una cantante? dirá:
                                    Il cantar che nell’anima si sente.      
Vuol esprimere condoglianza? dirá:
                                                             Morte fura
Prima i migliori, e lascia star i rei.