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iv. laura e petrarca 79


poeta fa le sue interpretazioni, disaette appena fatte. Il vero è che non lo sappiamo, e che il poeta non lo sa; non può mai affermare: — M’ama, non m’ama — . Questo è il difetto, questa è la bellezza di Laura: di qui nasce un contenuto amoroso, il piú ricco del Medio evo, la storia del Petrarca, che è ad un tempo, e inseparabilmente, la storia di Laura. Laura è un essere che il Petrarca non capisce; ora gli sembra cosí, ora cosí; capisce almeno sé stesso?

Il Petrarca non ha potuto mai conchiudere, se l’amore per una donna sia un peccato o no. Nello stretto senso cattolico, la donna è la tentazione, e l’amore verso di quella è un peccato, in quanto l’uomo volge alla fattura il culto dovuto al Fattore. Ma questa severa conclusione veniva raddolcita dalla interpretazione platonica, che non solo giustificava, anzi nobilitava l’amore. Fu come una specie di transazione tra la donna e Dio. L’amore terreno non dee essere assoluto, ultimo fine, ma via all’amore celeste; si dee amare la donna in Dio e per Dio, d’un amore puro d’ogni concupiscenza. Fra Guittone, che era sincero e credente, non si lasciò persuadere da questo distinguo, e considerò l’amore della donna come contrario al divino, come un peccato, un dolce peccato, di cui sente il titillamento anche in mezzo alla preghiera; non è il suo un ondeggiamento, ma un combattimento altamente tragico tra la ragione e la fede, è la passione, la volontá ricalcitrante: è il fatum della natura umana. Il Petrarca non combatte, ma ondeggia.

In Dante non ci è alcun segno di ondeggiamento. Tutto è chiarezza nella sua intelligenza; tutto è forza nella sua volontá. Fa quello che vuole, e vuole quello a cui crede: nessuna esitazione o discordia interiore; Beatrice è per lui una fanciulla angelica, e si gloria d’amarla con quell’entusiasmo giovanile, che è cosí puro, cosí fuori d’ogni sensualitá; morta, la piange con la disperazione di un primo e solo amore, come tutto fosse morto con lei; e quando si gitta nella vita pubblica, quando s’abbandona con ardore alla scienza, ogni ideale politico, religioso e morale, che gli luce innanzi come faro, lo