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188 storia della letteratura italiana


è Farinata, è Cavalcanti, è Brunetto Latini, è Pier delle Vigne, è Capaneo, è Dante Alighieri, alla cui fiera natura Virgilio applaude:

                                                                  Alma sdegnosa,
benedetta colei che in te s’incinse!
     

L’inferno dá loro una realtá piú energica, creando nuove immagini e nuovi colori. Pier delle Vigne giura «per le nuove radici del suo legno». Farinata dice:

                                         Ciò mi tormenta piú che questo letto.      
All’annunzio della morte del figlio, Cavalcanti
                                         supin ricadde e piú non parve fuora.      
Brunetto raccomanda il suo Tesoro, nel quale si sente vivere ancora. Capaneo può dire: «Qual i’ fui vivo, tal son morto». E Francesca ricorda il tempo felice nella miseria. L’inferno è il loro piedistallo, sul quale si ergono col petto e con la fronte, affermando la loro umanitá. Nascono situazioni e forine novissime, che dánno rilievo alle figure e a’ sentimenti.

Questo mondo tragico, dove l’impeto della passione e la violenza del carattere mette in gioco tutte le forze della vita, ha la sua perfetta espressione in questi grandi individui, rimasti cosí vivi e giovani e popolari come Achille ed Ettore. È il mondo della grande poesia, della epopea e della tragedia. E ora quale contrasto! Lasciamo appena le falde dilatate di foco e la rena che s’infiamma come esca sotto fucile, e ci troviamo in una pozzanghera che fa zuffa con gli occhi e col naso. Lasciamo i tragici demòni dell’antichitá, i centauri e le arpie; e incontriamo diavoli con le corna e armati di frusta, e vilissimi uomini che alle prime percosse scappano senza aspettar le seconde né le terze. In luogo di Capaneo con la fronte levata, il primo che vediamo ha gli occhi bassi, vergognoso di mostrarsi; e Dante, cosí riverente e pietoso finora e anche sdegnoso, diviene maligno e sarcastico, e compone per la prima volta il labbro ad un sorriso sardonico. Chiama «salse pungenti» quel letamaio

                                         che dagli uman privati parca mosso.