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594 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

il cantore di Laura fu anche egli poeta più cristiano che pagano; soltanto nel Boccaccio, primo scrittore moderno di biografie di donne illustri, e che col Petrarca divise il vanto di restauratore del classicismo, l'ispirazione è più pagana che cristiana, e prelude ad una evoluzione funesta consumatasi un secolo dopo. Tutti quanti, benché contemporanei, o quasi, di Jacopo da Barberino, avevano sciolta affatto la mente da ogni reminiscenza del diritto femminile medioevale, a cui, come già ebbi ad osservare, quel pure umanissimo scrittore, fu alquanto ligio (V. sopra, p. 209 i. n.). Nè pensarono quegli scrittori trarre nessun profitto dal falso idealismo cavalleresco che allora era in fiore; il pensiero italiano, e toscano specialmente, precorse anche in questo le altre nazioni, e per bocca di Franco Sacchetti sentenziò: la cavalleria è morta, quasi due secoli prima di Cervantes1. Quasi contemporaneamente a quei grandi scrittori del secolo decimoquarto, l'eguale dignità della donna e dell'uomo era riconosciuta anche nella cerchia famigliare, dall’autore del celebre Trattato del governo della famiglia2. Poscia nel secolo decimoquinto i grandi umanisti italiani, i ristauratori del classicismo e della filosofìa platonica, continuarono l’apostolato educativo del Barberino, dell'Àllighieri, del Petrarca, e l'Alberti, il Benivieni, il Mirandolano scolpirono ancor più addentro e per sempre nel pensiero italiano l'ideale d'una beltà femminile ritraente grazia e maestà dalla cultura e dalla virtù3.

Quindi è accaduto che alla stupenda civiltà italiana del rinascimento le donne presero tanta parte quanto gli uomini, dando così a divedere anche ai secoli avvenire, che nessun vero progresso nella civiltà sarà mai possibile in Italia, come in nessun altro paese, se le donne non vi collaborino, a modo

  1. F. Sacchetti, Nov. 153.
  2. Agnolo Pandolfini; o Leon Battista Alberti
  3. V. sopra, p. 209-211.