Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/33

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ALLA GEOGRAFIA DI STRABONE 19

astronomo e medico, amico e discepolo di Platone, in compagnia del quale, secondochè vogliono alcuni, viaggiò anche in Egitto. Scrisse il Circuito della terra (106), e un’Astronomia in versi (107). Quanto amore Eudosso avesse alla sapienza si manifesta da ciò che disse intorno al sole; auguravasi appressarsi a questo splendido astro, per conoscerne la natura, nè gli caleva di rimanerne incontanente arso, come un altro Faetonte (108). Posidonio trovò in Cnido la nomata Specola di Eudosso (109), donde questi mirava il cielo per fare le astronomiche sue osservazioni. Quanta e qual fosse la sua riputazione il diè a conoscere la patria sua, che ricercò ed ottenne da lui leggi. Il nome suo fu mutato in Endosso (110), e la storia fu sollecita a serbarci anche il nome delle tre sue figliuole Attide, Filtide, e Delfide. Delle molte sue opere nulla n’è rimasto, se eccettui le poche testimonianze elie di lui adducono Gemino e Ptolemeo (111).

Intorno quasi ai medesimi tempi con Eudosso fiorì il cumeo Eforo, discepolo d’Isocrate. Scrisse una storia in trenta libri (112), nella quale sovente adempieva lo veci di geografo ad imitazione d’Erodoto; il perchè Strabone si vale di quella storia che il tempo ne ha tolto (113), e dell’altra scrittura di lui, similmente smarrita, delle Invenzioni (114). Altri libri citansi col nome di Eforo, dei quali quello intorno le Città de’ Traci: non è giá libro distinto con tale titolo, come suppose il Vossio, ingannato da una frase di Arpocrazione male interpretata (115), ma è bensì parte dei trenta libri dell’istoria.

Dopo Eforo si nomini Aristotele. Se giudichiamo dal