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A lei, funesta all’uomo, offriro un dono.3
Compita la dolosa opra fatale,
Giove comanda all’inclito Argicida,
Al presto araldo degli Dei, la rechi
Ad Epimeteo in don. Questi scordossi
Di Prometeo l’avviso, alcun presente
Non accettasse dall’Olimpio Giove,
Ma indietro il respingesse, affinchè danno
All’uom non ne seguisse; egli accettollo,
E del dono funesto indi s’accorse.
Chè prima si vivean le umane genti
Scevre di mali e di lavor penoso,
E d’ogni morbo apportator di morte
Chè ben tosto i malor fan bianco il crine.
Tolse Pandora il rio coperchio a un doglio,
Onde piovve sull’uom di mali un nembo,
Restando solo la speranza chiusa
Nel saldo fondo: chè, così volendo
L’Egioco nume adunator dei nembi,
Ratto Pandora precideale il volo
Col riporre il coperchio. A mille i mali
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